Nessun decreto legge. Nessuna «data di scadenza» alla rete in rame di Telecom Italia. Quello che arriverà nel Consiglio dei ministri di oggi, come ha spiegato ieri il...
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GLI ALTRI NODI
Saranno previsti anche incentivi alla domanda per chi passerà dal rame alla fibra sotto forma di voucher. Questo dovrebbe escludere, almeno per i consumatori finali, la parificazione del prezzo tra connessione in rame e in fibra che era invece presente nella bozza del decreto circolata nei giorni scorsi. Potrebbe invece essere data indicazione all'Authority di valutare la possibilità di equiparare i prezzi all'ingrosso della fibra con quelli del rame.
Rimane sul tappeto anche la questione del servizio universale, ossia l'imposizione in capo a Telecom dell'obbligo di fornire una determinata velocità a tutti gli utenti. L'ipotesi sarebbe quella di indicare i 30 Mega attraverso la tecnologia mista fibra-rame del Fiber to the cabinet. Il piano, poi, libererebbe anche frequenze nella banda 3,6-4,2 Mhz per coprire con il Wi-Max il digital divide.
Ma chi farà questi investimenti? Il piano spingeva su un operatore pubblico privato che sarebbe dovuto nascere dall'alleanza tra Metroweb e Telecom. Si vedrà se i due operatori riusciranno di nuovo a sedersi a un tavolo. Ieri il presidente dell'ex monopolista, Giuseppe Recchi, ha detto che sulla banda larga gli obiettivi di Telecom sono gli stessi del governo. «Ci mettiamo 10 miliardi per i prossimi tre anni», ha spiegato il manager, «il più grande piano di investimenti mai fatto nel nostro settore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero