È scontro tra Telecom Italia e Agcom sugli aumenti per la telefonia fissa che sono scattati oggi. Secondo l'Autorità per le tlc si tratta di rincari...
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Oggetto del contendere è la manovra tariffaria annunciata lo scorso 29 febbraio da Tim (il marchio con il quale vengono ormai commercializzate tutte le offerte, anche quelle relative alla telefonia fissa): la compagnia telefonica ha deciso un aumento del prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell'offerta Voce e della linea Isdn (in sostanza coloro che hanno solo la vecchia linea telefonica di base) da 10 a 20 cent al minuto e l'introduzione di uno scatto alla risposta pari a 20 cent.
I nuovi prezzi sono riservati a quelle famiglie, circa 700mila, che non hanno aderito alle offerte a forfait, come Tutto Voce, vale a dire il 'tutto compresò per la telefonia fissa. Si tratta di un «aumento del 300%», calcola l'Autorità, «non giustificato da condizioni economiche generali, quali l'andamento dei prezzi al consumo o l'aumento del potere d'acquisto degli italiani». Inoltre, osserva l'organismo di controllo, «un aumento così consistente, che va a sommarsi all'aumento della componente canone mensile degli ultimi tre anni, presenta un alto rischio di esclusione sociale dalla cosiddetta rete di sicurezza, il cui accesso e altri servizi di base sono sottoposti agli obblighi di servizio universale. Il rischio è ulteriormente aggravato dalla circostanza che l'offerta è estesa a tutti gli abbonati consumer, inclusi gli utenti a basso reddito».
Da qui la decisione di far scattare la diffida, alla quale, vista la reazione di Telecom, potrebbe presto seguire una sanzione (nonchè una class action da parte del Codacons).
(Teleborsa) - L'Authority per le TLC mette sull'attenti Telecom Italia, diffidandola dall'aumentare ancora le tariffe per la telefonia fissa, in qualità di soggetto designato alla fornitura del servizio universale. La compagnia telefonica aveva annunciato a fine febbraio il raddoppio della tariffa del fisso da 10 a 20 centesimi al minuto e il ripristino dello scatto alla risposta. L'avvertimento è giunto dall'AgCom "in riferimento alla modifica dei prezzi dei servizi telefonici degli abbonati consumer alla linea tradizionale" a partire dal oggi 1° aprile. Per l'Autorità, la revisione del prezzo di listino, che prevede "l'aumento del 300% del prezzo delle chiamate nazionali da linea tradizionale", "non appare giustificato dalle condizioni economiche generali, quali l'andamento dei prezzi al consumo o l'aumento del potere di acquisto degli italiani". Inoltre, "un aumento così consistente, che va a sommarsi all'aumento della componente canone mensile degli ultimi tre anni, presenta un alto rischio di esclusione sociale dalla cosiddetta rete di sicurezza, il cui accesso e altri servizi di base sono sottoposti agli obblighi di servizio universale". Inoltre, l'AgCom ha deliberato l'avvio di un'istruttoria ad evidenza pubblica e con il contributo del mercato e di tutti i soggetti interessati, con l'obiettivo di "introdurre l'offerta di connessione a banda larga tra gli obblighi del servizio universale". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero