TAV, l'ipotesi di referendum è più lontana. Mozione del Pd al Senato

TAV, l'ipotesi di referendum è più lontana. Mozione del Pd al Senato
(Teleborsa) - Si continua a discutere di TAV in attesa delle valutazioni della commissione costi-benefici sull'opera, che saranno resi noti a fine mese, mentre persiste un braccio...

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(Teleborsa) - Si continua a discutere di TAV in attesa delle valutazioni della commissione costi-benefici sull'opera, che saranno resi noti a fine mese, mentre persiste un braccio di ferro fra le due fazioni del governo: la Lega favorevole alla realizzazione dell'opera ed il Movimento 5 Stelle storicamente contrario.


E l'ipotesi di referendum avanzata dal governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, sostenuta dai leghisti e dalla manifestazione in piazza a Torino lo scorso weekend, sembra sempre più lontana, anche per questioni formali. Per un referendum consultivo manca una legge regionale piemontese e per quello propositivo non c'è coesione nell'ambito della maggioranza.

A mettere una pietra tombale sull'ipotesi di consultare l'elettorato è intervenuto il Premier Giuseppe Conte, il quale ha affermato "non ha senso parlarne ora sulla base di reazioni emotive".

Una posizione condivisa anche dal mondo dell'imprenditoria, con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che ha dichiarato "non possiamo aspettare il referendum per attivare opere che determinano occupazione", rimarcando l'importanza delle infrastrutture per l'economia italiana.

Frattanto, si fa largo l'ipotesi che il Pd voglia forzare la compagine del governo giallo-verde e far approvare anche dalla lega la mozione presentata dal Pd sulla TAV. "Noi abbiamo presentato una mozione al Senato sulla TAV", ha annunciato il candidato alla segreteria del Pd, Maurizio Martina, aggiungendo "se Salvini vuole essere coerente con la propaganda che fa, deve far votare alla Lega la mozione del Pd che dice che quell'opera va proseguita perché serve al Paese".


E intanto spunta un Piano B che punta alla realizzazione solo del tunnel di base. , lasciando perdere la nuova linea sul versante italiano e potenziando quella già esistente. Ne parla il Corriere della Sera secondo cui si risparmierebbe circa 1 miliardo di euro. Risorse che potrebbero essere usate per accontentare tutti, suddividendole per metà sulla seconda linea metropolitana di Torino e per metà per altri investimenti in Val di Susa.

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Il Messaggero