Cartelle, niente sanatorie: adesso con l'Agenzia delle Entrate si tratta. Le sanzioni sono ridotte al 3%

Oneri minimi per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, ma non aveva la liquidità per saldare le rate

Cartelle, niente sanatorie: adesso con l'Agenzia delle Entrate si tratta. Le sanzioni sono ridotte al 3%
Un aiuto per saldare i conti con il Fisco, ma nel nuovo spirito di dialogo e collaborazione che ci deve essere tra contribuenti e Agenzia delle Entrate. Siamo soltanto...

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Un aiuto per saldare i conti con il Fisco, ma nel nuovo spirito di dialogo e collaborazione che ci deve essere tra contribuenti e Agenzia delle Entrate. Siamo soltanto all'antipasto della revisione strutturale del fisco che ha in mente Maurizio Leo, viceministro dell'Economia, per il prossimo quinquennio. Dunque non c'è spazio per sanatorie, avverte subito Leo, nella prima manovra del governo Meloni.

 

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Soltanto la convinzione di dover andare incontro a chi ha avuto difficoltà a rispettare i suoi impegni con il fisco, tra pandemia e crisi energetica. E per evitare che si trovino a pagare sanzioni «che valgono come espropri», insomma. Poi il necessario colpo di spugna sulle cartelle sotto 1.000 euro che arrivano fino al 2015. Cartelle che non si incasseranno mai e pesano doppio sulle casse del Tesoro (ci sono 1.132 miliardi di carichi affidati alla Riscossione che secondo la Corte dei Conti si possono recuperare solo per il 6-7%). Due tasselli, questi, di una strategia ben più ampia che mira a una rivoluzione del rapporto tra Stato e contribuente come ha spiegato ieri in conferenza stampa il presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Un fisco non più aggressivo e punitivo, ma comprensivo e giusto con chi è in difficoltà».


AVVISI E CONTENZIOSI
Dunque la manovra contiene un assaggio della revisione strutturale, che si svilupperà nei cinque anni, del sistema impositivo con riduzione delle tasse». Funzionerà così la tregua fiscale di Leo cara a tutto il governo. Per chi ha «presentato dichiarazioni fino al 2021, è stato diligente e ha esposto le imposte, ma non aveva le risorse» per situazioni di difficoltà, «deve pagare tutte le imposte, mentre si applica una sanzione più bassa del 3% e si dà uno spettro temporale di pagamento quinquennale».

 

 


Poi, coloro invece che hanno «presentato la dichiarazione ma non hanno potuto mettere in evidenza tutti i redditi», dovranno «pagare tutta l'imposta, con sanzioni del 5% ma in uno spettro temporale di 2 anni. Abbiamo già il ravvedimento operoso, ma si paga in un anno: ora il tempo raddoppia», ha spiegato Leo.

 

GLI ACCERTAMENTI


E ancora, se il contribuente è stato «raggiunto da avviso di accertamento, processo verbale della guardia di finanza, la regola è sempre quella di pagare tutta l'imposta, con sanzioni del 5%. In questi casi - ha proseguito - o fai l'acquiescenza, quindi accetti tutto quello che dice il fisco e c'è una riduzione della sanzione; oppure, se non accetti, e questa è la novità - ha evidenziato Leo - ti metti seduto con il Fisco, esponi le tue ragioni e dopo un contraddittorio si può arrivare anche ad una imposta più bassa, con sanzione del 5% e rateizzazione, ma si realizza quella compliance, ovvero un rapporto più sereno tra contribuente e Fisco». Infine, «se ci sono già dei contenziosi in piedi, anche lì ci sono due possibilità e sono entrambi istituti che già esistono: la conciliazione giudiziale, a tavolino, con cui si definisce l'esatta pretesa giudiziaria con una sanzione al 5% e rateizzazione in 5 anni; oppure un meccanismo che già esiste, una misura che teneva conto dell'esito contenzioso e si pagava una percentuale». L'ultimo tassello, infine, riguarda le cartelle. Se quelle sotto i mille euro sono cancellate, per quelle oltre i mille euro il contribuente pagherà tutto l'importo, «senza sanzioni né interessi, con una rateizzazione di 5 anni».
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Il Messaggero