Panetta: «Senza il taglio dei tassi l’Europa rischia la stagnazione»

Per il governatore di Bankitalia tergiversare in questa fase può essere molto pericoloso

Panetta: «Senza il taglio dei tassi l’Europa rischia la stagnazione»
Fabio Panetta lancia l’allarme: se la Bce non dovesse tagliare almeno di uno 0,25 punti i tassi nella riunione del 6 giugno, l’economia europea rischia la stagnazione,...

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Fabio Panetta lancia l’allarme: se la Bce non dovesse tagliare almeno di uno 0,25 punti i tassi nella riunione del 6 giugno, l’economia europea rischia la stagnazione, cioè l’arresto della crescita economica con conseguenze imprevedibili. «Per la Bce agire in modo tempestivo è di fondamentale importanza» per evitare che si materializzi una nuova fase di lunga stagnazione dell'economia europea». Come nel suo tipico linguaggio chiaro e diretto, il Governatore della Banca d'Italia e membro del board della Bce non usa mezzi termini. Panetta, in un intervento alla conferenza organizzata dalla Bce a Francoforte per il lancio del network ChaMP (riunisce i responsabili della ricerca del Sistema europeo di banche centrali), torna a ribadire la sua posizione nettamente a favore di una sforbiciata dei tassi, tra sei settimane, da parte del Consiglio direttivo di Francoforte che dovrà decidere senza tergiversare.

Dal suo primo intervento 2024, al 30° Congresso Assiom-Forex di Genova il 10 febbraio, ad oggi, il banchiere centrale italiano non ha mai mostrato titubanza sulla strada che dovrà prendere la politica monetaria della Bce, allentando la morsa restrittiva che alla lunga può diventare un cappio.

In quel discorso di tre mesi fa, prese spunto dal sentiero di discesa imboccato dall'inflazione e ieri, nel testo del dinner speech svolto a Francoforte, ha sottolineato che «i rischi al rialzo per l’inflazione che hanno dominato nel 2022-2023, si sono attenuati, lasciando più o meno in equilibrio l’incertezza sulla dinamica dei prezzi, mentre i rischi per l’attività economica rimangono orientati verso il basso» e «vanno mitigati». Del resto, un mese fa, alla celebrazione dei 150 anni di Luigi Einaudi, aveva annotato che l’inflazione è «in rapido calo» rendendo «possibile un taglio dei tassi», ed era appunto in crescita il consenso nel consiglio Bce, dato che l’inflazione nell’Eurozona «è in rapido calo» e si avvicina all’obiettivo del 2%.

La politica monetaria restrittiva sta amplificando il suo effetto sull'inflazione quest'anno più di quanto non l'abbia fatto nel 2023, ha affermato ieri Panetta, davanti alla platea di economisti, citando le valutazioni fatte dallo staff della Banca d'Italia. Poi c'è l'effetto ”dimagrimento” dei bilanci della Bce e delle altre banche centrali dell'eurozona che è un altro «potenziale freno all'attività economica».

GLI SCENARI

L’emergere di rischi al ribasso per le prospettive dell'economia «implica che la Bce dovrebbe considerare la possibilità che la politica monetaria possa diventare troppo restrittiva andando avanti». E lo diventa «se finisce per provocare una profonda recessione - osserva il Governatore - ma è anche troppo restrittiva se spinge l’inflazione al di sotto del target e provoca una stagnazione prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario - conclude il banchiere centrale che è un economista d’eccellenza - ma non possiamo ancora escludere la seconda». Infine, indugiando ancora, «si scoraggerebbero le imprese dall’investire, ritardando l’espansione dello stock di capitale, ostacolando la produttività e generando a svantaggio competitivo per l’area dell’euro sui mercati globali».

 

 

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Il Messaggero