Stipendi ridotti per manager pubblici e dipendenti: tagli ai ministeri per 3,1 miliardi

Stipendi ridotti per manager pubblici e dipendenti: tagli ai ministeri per 3,1 miliardi
ROMA - Nel puzzle della manovra finanziaria del governo, anche le ultime tessere sembrano essere andate al loro posto. Dal testo definitivo consegnato al Quirinale, sono emersi...

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ROMA - Nel puzzle della manovra finanziaria del governo, anche le ultime tessere sembrano essere andate al loro posto. Dal testo definitivo consegnato al Quirinale, sono emersi anche i numeri allegati alla relazione tecnica. E le sorprese non sono mancate.


I tagli di spesa complessivi contenuti nella legge di Stabilità, sono poco più di 7 miliardi di euro. Ma dalla razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi, uno dei cardini della spending review, arriveranno alla fine solo poco più di 200 milioni di euro. Buona parte dei tagli, circa 3,1 miliardi, saranno a carico dei bilanci dei ministeri e avverranno ancora in una maniera lineare, attraverso la riduzione delle disponibilità a carico dei loro bilanci. La copertura maggiore della manovra, come del resto era già emerso, avverrà a deficit. L'aumento dell'indebitamento sarà di circa 14,6 miliardi di euro. La parte restante delle coperture verrà, come detto, in parte dai tagli di spesa, in parte da nuove entrate (un miliardo e rotti dal settore dei giochi e circa due miliardi di euro dagli incassi del rientro dei capitali dall'estero), mentre circa 1,3 miliardi di euro arriveranno da altre voci.



Tra queste anche l'allungamento a tutto il 2018 della cosiddetta «perequazione Letta», quella che prevede adeguamenti più bassi per le pensioni più alte (a partire da quelle superiori a tre volte il minimo). Dal lato di vista delle spese, l'impegno più gravoso della legge di Stabilità, è il disinnesco della clausola di salvaguardia da 16,8 miliardi, quella che prevedeva l'aumento di due punti dell'Iva ordinaria e di quella ridotta a partire dal prossimo primo gennaio. Un appuntamento, in realtà, soltanto rimandato di un anno, visto che la manovra precisa che dal primo gennaio del 2017, l'Iva ordinaria aumenti di due punti e quella ridotta di tre punti. E questo a meno che nella prossima legge di Stabilità il governo non trovi altri 16 miliardi circa per sterilizzare di nuovo il taglio.



LE ALTRE NOVITÀ

Ma novità, oltre che dai numeri, emergono anche dai contenuti del provvedimento che dovrebbe essere trasmesso domani in Senato. All'articolo 33 del testo, proprio quello sulla riduzione delle spese dei ministeri e nelle società pubbliche, è stato inserito un comma che allarga il tetto agli stipendi dei super-manager delle partecipate dello Stato e degli enti locali, anche ai dirigenti e a tutti i dipendenti delle società. Oggi esistono tre tetti alle retribuzioni a seconda della dimensione dell'azienda: il più alto di 240 mila euro, uno intermedio di 192 mila euro, e un più basso di 120 mila euro. La norma inserita nella manovra stabilisce, che fermo restando il limite massimo di 240 mila euro, i tetti dovranno diventare cinque. Dunque è probabile che anche la soglia dei 120 mila euro sarà abbassata. La vera novità, tuttavia, è che i limiti non si applicheranno più solo agli amministratori delegati e ai presidenti, ma a tutti i dipendenti delle società, dunque anche ai quadri con i quali è prevedibile che si aprirà per il governo un nuovo fronte di proteste. I tetti, inoltre, saranno cumulativi, nel senso che terranno conto di tutti i compensi percepiti, anche da parte di altre società o amministrazioni pubbliche.



La stessa norma contiene anche un'altra postilla. Quando nei consigli di amministrazione di un'azienda pubblica viene nominato un dipendente dello Stato o di un ente locale, il gettone di presenza incassato per la poltrona nel board, dovrà obbligatoriamente essere devoluto all'amministrazione di appartenenza. Fino ad oggi questa era solo una possibilità, ovviamente poco praticata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero