I Paesi del Mediterraneo sono indietro sugli obiettivi della sostenibilità. A quattro anni dall'accordo di Parigi e dall'adozione dei 17 Obiettivi di Sviluppo...
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2019 - Mediterranean countries edition che sarà presentato oggi ad Atene al "Terzo summit sulla sostenibilità - Sud europa e Mediterraneo", organizzato da The Economist.
Il report - frutto del lavoro del Sustainable development solutions network (Sdsn) e del Sustainable development solutions network for the Mediterranean area (Sdsn Med) con sede al Santa Chiara lab dell'Università di Siena - evidenzia «deboli progressi nel perseguimento di ciascun goal, soprattutto in riferimento ad alcune specifiche tematiche». In particolare i risultati sono «ottimi» riguardo all'obiettivo 1 - povertà zero, e con «miglioramenti netti» per i goals 3 e 4, ovvero condizioni di salute e benessere e formazione e istruzione di qualità ma sono «negativi» per gli obiettivi 2 - fame zero, 5 - parità di genere, 9 - imprese, innovazione e infrastrutture e 14 - vita sott'acqua.
Riguardo a questo scenario gli esperti indicano alcune raccomandazioni e richieste di azioni concrete. Hanno avanzato, inoltre, una proposta operativa: creare Med hubs per le trasformazioni sostenibili, al fine di monitorare i livelli di sviluppo sostenibile, diffondere soluzioni e buone pratiche nel Mediterraneo. Alcuni sono già stati identificati, come il S.Chiara lab per i sistemi agroalimentari sostenibili e la conservazione della biodiversità. «Una sfida importante - commenta Angelo Riccaboni, direttore di Sdsn Med e presidente del S.Chiara lab - nella consapevolezza che i sistemi agroalimentari incidono fortemente sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e che rappresentano uno dei pilastri chiave su cui i governi sono chiamati ad agire». I Med hubs proposti sono in totale sei: uno per ciascuna delle trasformazioni delineate nel Rapporto sullo svilluppo sostenibile 2019.
Tra le raccomandazioni e richieste di azioni concrete indicate dagli esperti figurano invece: migliorare le politiche
volte a diffondere pratiche agricole più sostenibili e campagne di sensibilizzazione per promuovere diete più salutari, promuovere azioni per sostenere e migliorare l'integrazione delle donne a tutti i livelli della società, incrementare investimenti pubblici e privati destinati alla ricerca e all'innovazione orientate agli Sdg, dare priorità alla conservazione della biodiversità di fiumi e mari minacciata dall'impatto dell'uomo.
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Il Messaggero