Statali, il governo tenta l'apertura su mobilità e carriere

Statali, il governo tenta l'apertura su mobilità e carriere
LA TRATTATIVAROMA I soldi per gli aumenti contrattuali non ci sono, almeno per il 2015. Ma dopo aver ribadito questo concetto contabile, stasera il governo proverà a fare delle...

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LA TRATTATIVA
ROMA I soldi per gli aumenti contrattuali non ci sono, almeno per il 2015. Ma dopo aver ribadito questo concetto contabile, stasera il governo proverà a fare delle aperture che possano suonare credibili per i sindacati del pubblico impiego. L'obiettivo è evitare lo sciopero prospettato non solo dalla Cgil ma anche da Cisl e Uil, nella giornata di protesta della categoria dello scorso 8 novembre.

Al tavolo, convocato per le ore 19, ci saranno da una parte Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, e il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio; dall'altra i segretari generali di Cgil e Cisl, Camusso e Furlan, quello designato della Uil Barbagallo, il segretario generale dell'Ugl Capone e i vertici di categoria. All'ordine del giorno due punti: la legge di Stabilità (o meglio, le risorse per i rinnovi contrattuali che in quel provvedimento non hanno trovato posto) e il disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione.
TEMPI STRETTI
Nelle intenzioni dell'esecutivo non dovrebbe essere un incontro interlocutorio, anche perché i tempi sono stretti visto che la Cgil ha comunque proclamato lo sciopero generale per il 5 dicembre. I sindacati naturalmente, avendo già fatto le proprie richieste, staranno a sentire quel che ministro e sottosegretario avranno da dire. Sul nodo delle risorse finanziarie per i rinnovi contrattuali, che valgono 2,1 miliardi di euro per il solo 2015, il governo non è in grado di dare garanzie, dunque le aperture potranno arrivare su altri terreni. È probabile ad esempio che venga prospettato l'avvio del negoziato sulla sola parte normativa dei contratti: una offerta che può essere resa più credibile con l'impegno a rivedere alcune parti della legge Brunetta sul pubblico impiego, quelle più indigeste ai rappresentanti dei dipendenti pubblici.
Se alcuni aspetti organizzativi, ma anche temi come quello della mobilità, vengono sottratti a vincoli normativi troppo rigidi, allora potranno più facilmente essere oggetto di discussione contrattuale. E visto che comunque l'eventuale negoziato sulle regole richiederà alcuni mesi, in questo modo ci si avvicinerebbe al 2016, momento in cui dovrebbero finalmente essere stanziate le risorse.
IL NODO DELLE PROVINCE
Del pacchetto messo sul tavolo dal governo faranno parte probabilmente anche altri capitoli: un allargamento dello sblocco di scatti e carriere già previsto nella legge di Stabilità (si punta ad estenderlo a categorie come quella dei ricercatori e a renderlo più effettivo per gli altri) e qualche proposta per l'annoso problema dei precari. Tema quest'ultimo particolarmente delicato visto che - scuola a parte - ci sarebbero oltre centomila tra contratti a termine e co.co.co: per 2.000 in servizio presso le Province la scadenza è ravvicinata, il prossimo 31 dicembre.

Il dossier Province è per certi versi un aspetto a parte della trattativa, e non è casuale in questo senso la presenza di Graziano Delrio, il cui nome è legato alla legge che dovrebbe portare al superamento dell'attuale assetto. La Cgil paventa il rischio di 20-30 mila esuberi nel comparto, come risultato da una parte del passaggio di competenze alle Regioni, dall'altra dei tagli scritti nella legge di Stabilità.
Luca Cifoni
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Il Messaggero