Starbucks, Howard Schultz lascia la presidenza: tentato dalla politica. Il titolo affonda

Starbucks, Howard Schultz lascia la presidenza: tentato dalla politica. Il titolo affonda
Howard Schultz, fondatore e numero uno di Starbucks, lascia la guida del colosso americano. L'uomo che negli ultimi 40 anni ha reso la catena di caffetterie famosa...

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Howard Schultz, fondatore e numero uno di Starbucks, lascia la guida del colosso americano. L'uomo che negli ultimi 40 anni ha reso la catena di caffetterie famosa in tutto il mondo, dopo essersi dimesso già nel 2017 dalla carica di amministratore delegato, ha annunciato che lascerà anche la poltrona di presidente esecutivo.  E la sua uscita torna ad alimentare le voci di una sua possibile discesa in politica: secondo alcuni potrebbe essere quel volto nuovo e quel leader di cui democratici hanno disperatamente bisogno. 


L'addio di Schulz non è piaciuto al mercato: Starbucks perde infatti a Wall street il 3%.

Durante i suoi 40 anni nel gruppo come amministratore delegato e presidente, Schultz ha trasformato Starbucks: sotto la sua guida è infatti passata da 11 punti vendita agli attuali 28.000 in 77 paesi. Schultz manterrà il suo incarico fino al 26 giugno, quando passerà il testimone a Myron Ullman. L'attenzione è ora tutta sulle sue prossime mosse: finora ha sempre gettato acqua sul fuoco sulle speculazioni di una sua possibile candidatura alla Casa Bianca e sulle sue ambizioni politiche. Ma con il New York Times ammette ora per la prima volta che una sua discesa in politica potrebbe essere qualcosa da valutare. «Voglio essere sincero senza alimentare la speculazione. Da diverso tempo sono molto preoccupato per il nostro paese, per le crescenti divisioni al suo interno e per la nostra posizione nel mondo», afferma. «Una delle cose che voglio fare nel prossimo capitolo della mia vita è valutare il ruolo che posso avere per restituire» quello che ho avuto dagli Stati Uniti: «non sono sicuro esattamente di cosa questo possa significare», spiega Schultz. 

A chi gli chiedeva direttamente se stesse considerando una sua candidatura alla presidenza, risponde: «Intendo riflettere su una gamma di opzioni, e questo potrebbe includere il servizio pubblico. Ma la strada è ancora lunga prima di assumere una decisione per il futuro». 


Noto oppositore di Donald Trump, «un presidente che crea episodi di caos ogni giorno», Schultz è considerato da molti una delle opzioni per il partito democratico. Manager di successo e conosciuto, e soprattutto volto nuovo della politica, Schultz sembrerebbe avere le carte in regola dopo la ritirata di Robert Iger: l'amministratore delegato di Walt Disney ha riflettuto su una sua candidatura alla Casa Bianca ma il piano è tramontato con l'offerta sugli asset di 21st Century Fox. La lista dei possibili candidati provenienti da Corporate America è comunque lunga: secondo indiscrezioni, l'amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon potrebbe considerare una sua candidatura, così come il miliardario Mark Cuban che valuterebbe una discesa in campo per i repubblicani ma - come ha ammesso lui stesso - deve prima convincere sua moglie. 

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Il Messaggero