Smart working, Asstel scopre le carte

Smart working, Asstel scopre le carte
Misurare le performance lavorative con il raggiungimento degli obiettivi, senza circoscrivere gli spazi del lavoro alla sola presenza in ufficio. L’esperienza Covid, al...

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Misurare le performance lavorative con il raggiungimento degli obiettivi, senza circoscrivere gli spazi del lavoro alla sola presenza in ufficio. L’esperienza Covid, al ritorno dalle ferie, pur tra mille incertezze, ha portato una certezza su tutte: è cambiato completamente il mondo del lavoro, è il cosiddetto “new normal”.


Per interpretare questa nuova normalità le aziende di telecomunicazioni hanno adottato i principi e le linee guida contenuti nel protocollo sottoscritto recentemente dall’associazione di categoria Asstel con le principali sigle sindacali: Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil. Il protocollo ha individuato una cornice per la definizione, a livello aziendale, delle modalità di transizione verso un modello di lavoro che, Covid o meno, sembra entrato nel normale modus operandi delle aziende.

«Accogliere lo smart working vuol dire aderire al modello di lavoro intelligente, vuol dire operare per obiettivi e coniugare una maggiore libertà operativa in cambio di un’assunzione maggiore di responsabilità. Vuol dire lasciare spazio alla fiducia» - dichiara Laura Di Raimondo, Direttore Generale di Asstel-Assotelecomunicazioni. «L’intesa - continua il Direttore - pone le basi per un consolidamento dello strumento del lavoro agile attraverso la definizione di una cornice di regolamentazione nella prospettiva di supportare e valorizzare una modalità di lavoro fondata su fiducia, responsabilizzazione dei lavoratori e orientamento al risultato».

In questa prospettiva le parti hanno individuato i principi che la contrattazione aziendale potrà declinare e adattare alle specifiche realtà aziendali valorizzando le peculiarità delle singole realtà produttive. Il Protocollo inoltre tiene conto dell’impatto sulla sostenibilità ambientale che l’adozione di questa modalità di lavoro può avere nel tempo e conferma l’attenzione alla questione di genere e di gestione dei tempi di vita e di lavoro, il tutto senza modificare il sistema di diritti e libertà sindacali, individuali e collettivi.


Seguendo questo modello, il gruppo Tim ha riorganizzato il lavoro in ottica smart working per tutto il 2021. A pochi giorni dalla firma del protocollo Asstel, l’azienda ha infatti chiuso un accordo con i sindacati per prolungare fino a fine ottobre le misure Covid ma soprattutto per avviare la sperimentazione lungo tutto il 2021 di una riorganizzazione del lavoro con 2 giorni alla settimana di smart working e un pacchetto individuale di altri 12 giorni che permetterebbe ai lavoratori di lavorare 2 giorni in ufficio e tre da casa. L’accordo si basa innanzitutto sulla volontarietà, tenendo presente le difficoltà che uomini e donne possono avere a lavorare chiusi in un ambiente familiare che a volte può essere ostile. Volontarietà o meno, l’alternanza casa-ufficio è già la nuova normalità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero