Sci, saltano le riaperture. Ingenti perdite per il settore

Sci, saltano le riaperture. Ingenti perdite per il settore
(Teleborsa) - Salta la riapertura delle attività sciistiche, che avrebbero dovuto ripartire da oggi15 febbraio, allo scadere del precedente Dpcm. Il Ministro della Salute Roberto...

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(Teleborsa) - Salta la riapertura delle attività sciistiche, che avrebbero dovuto ripartire da oggi15 febbraio, allo scadere del precedente Dpcm. Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il provvedimento, che proroga al 5 marzo lo stop, accogliendo le indicazioni del

Comitato tecnico scientifico. Ma promette nuovi ristori a favore delle attività legate al business del turismo invernale. "Il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori", ha affermato Speranza.

Una decisione molto sofferta, che ha alimentato le critiche di vari Governatori delle regioni del Nord interessate, ma che risponde alle valutazioni effettuate dal Cts, che ha chiesto al Ministro di "rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura". "Alla luce delle mutate condizioni epidemiologiche dovute alla diffusa circolazione delle varianti virali del virus - si sottolinea - allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale". Una valutazione che poggia su uno0 studio condotto dagli esperti dell'Istituto superiore di sanità, del ministero della Salute e della Fondazione Bruno Kessler sulla diffusione delle varianti del virus in Italia. Un'analisi condotta in 16 regioni e province autonome dalla quale è emersa la presenza delle varianti nell'88% delle regioni esaminate, con percentuali comprese tra lo 0 il 59%.

La proroga delle chiusure però avrà impatti economici enormi sul settore, che produce 20 miliardi l'anno e vede impiegati circa 75mila lavoratori, senza contare gli stagionali. Le perdite economiche accumulate finora, secondo le stime di Confturimo ammontano a circa 8 miliardi, ai quali andranno aggiunti a consuntivo gli effetti del ritardo della stagione in corso. Una crisi che ha inciso drammaticamente non solo su alberghi, ristoranti e impianti, ma anche sull'indotto che vive di turismo. A ciò si aggiunge il congelamento dei 4,5 miliardi di euro di ristori chiesti dalle Regioni per il settore.

"Per l'economia delle Regioni è una mazzata all'ultimo secondo perché dopo due rinvii arriva un altro stop", ha affermato il Coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D'Amario, mentre l'ANEF - Associazione Nazionale Esercenti Funiviari avverte che "ormai la stagione è saltata" e che occorrono "ristori immediati altrimenti il comparto va in fallimento".


Di "colpo gravissimo" al settore parla Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, mentre il Presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini esprime "stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni". "Pur capendo le motivazioni sanitarie, la procedura non è sinceramente spiegabile e certamente non è un segno di rispetto e di correttezza di tutto il mondo economico che gira intorno alla montagna e allo sci. Sono molto amareggiato", commenta il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero