Ritorno all'utile per Saipem nel primo trimestre dell'anno, in concomitanza con la chiusura di un lungo arbitrato con Gazprom. Il risultato netto dei primi 3 mesi di...
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2019, grazie a nuovi ordini in crescita da 1,02 a 2,51 miliardi. Il portafoglio residuo delle commesse è salito dai 12,61 miliardi di inizio anno a 12,98 miliardi, che diventano 14,82 con le partecipate non consolidate. Acquisizioni che, secondo l'amministratore Stefano Cao «migliorano la visibilità per il 2019, pur in un contesto di mercato che ancora non mostra evidenti segnali di ripresa».
Quanto a Gazprom, l'appalto da 2 miliardi di South Stream era stata acquisito nel marzo del 2014. A dicembre Gazprom, diventata socio unico del progetto, notificò a Saipem la sospensione dei lavori, chiedendo a luglio il recesso dal contratto e aprendo così il contenzioso che si è chiuso soltanto oggi. L'accordo prevede il versamento di una somma in denaro a favore di Saipem che, come ha spiegato Cao lo scorso 28 febbraio in occasione dei conti del 2018, «impatterà nella liquidità del 2019». Poi c'è una parte commerciale che - ha indicato oggi lo stesso amministratore delegato - si potrà tradurre in nuove commesse anche da parte delle controllate di Gazprom. Tra queste c'è Gastrans Serbia, per la quale Saipem ha già fatto lo studio di fattibilità per un gasdotto, che potrebbe esserle affidato direttamente senza fare ricorso a gare.
Proseguono intanto i lavori per il gasdotto Trans-Adriatico (Tap). «La parte italiana sta andando avanti - ha spiegato Cao - e dopo la pausa estiva dovrebbe iniziare la posa della condotta off-shore con la nave Castoro 6». Sono oltre l'80% invece le opere per il microtunnel di collegamento alla costa pugliese.
Per crescere poi Saipem guarda all'eolico con «opportunità a breve - ha spiegato Cao - a cui destineremo investimenti nel corso dell'anno».
Non positiva la reazione di Piazza Affari, dove il titolo, dopo un primo balzo del 2,5%, ha ceduto alla fine lo 0,49% a 4,66 euro.
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Il Messaggero