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Reverse, realtà di headhunting e consulenza HR, ha deciso di intervistare 50 Head Hunter attivi tra Italia e Germania e 10 HR Manager italiani per fotografare le dinamiche del mondo del lavoro femminile e per comprendere quali soluzioni porterebbero risultati concreti
Un’indagine condotta da Reverse sul tema genitorialità dimostra quanto sia ancora “tutto sulle spalle” delle donne e molto spesso gli imprenditori scelgono di evitarne l’assunzione per i diversi “ostacoli” che impediscono loro di conciliare casa e lavoro, trasferendo così diverse problematiche sulle aziende – in termini economici e di tempo.
Al 50% degli intervistati è stata fatta una richiesta informale di non proporre candidate di genere femminile, indipendentemente dal settore di appartenenza dell’azienda, ed al 75% degli Head Hunter è successo di percepire una netta preferenza per candidati uomini da parte delle aziende, anche se non apertamente dichiarata. Questo perché ad oggi la gestione della casa e dei figli è ancora prevalentemente affidata alle donne che si trovano molto spesso a dover chiedere permessi extra e giorni di ferie per poter far fronte alle esigenze famigliari, questo in misura maggiore rispetto agli uomini. Le madri risultano così un investimento “rischioso” soprattutto per le piccole e medie imprese a conduzione famigliare.
Altro tema correlato è il Gender Gap Pay: in famiglia si sceglie tendenzialmente di sacrificare ore, giorni e a volte addirittura la carriera lavorativa di chi ha lo stipendio minore, che solitamente è quello della donna.
“Dunque, quello che maggiormente incide a sfavore della genitorialità e soprattutto della maternità non sono tanto i primi mesi di vita del bambino, quanto la difficoltà di gestire i successivi 12 anni sia per le famiglie sia per aziende di piccole e medie dimensioni. Questo per una mancanza di supporto a livello sociale da parte dello Stato, per entrambi gli attori coinvolti nel rapporto” commenta Alessandro Raguseo, Founder & CEO di Reverse. “In questo senso il governo dovrebbe non solo incentivare la genitorialità con aiuti nei primi mesi, ma valutare effettivamente le esigenze di famiglie e imprese con, ad esempio, la rimodulazione delle rette e della possibilità di ingresso dei neonati negli asili, e più in generale una rivisitazione del sistema scolastico capace di conciliarsi con i nostri nuovi ritmi di vita.
In questo processo di cambiamento un importante componente è certamente la predisposizione dell’imprenditore verso la figura e le esigenze dei genitori. Circa il 67% degli Head Hunter ha affermato che c’è oggi una maggiore sensibilità al tema, ma si tratta di un’evoluzione ancora molto lenta.
3 soluzioni a supporto della genitorialità:
1) lavorare a costruire un ambiente lavorativo sano e di piena collaborazione
2) strutturare un sistema di uscita e reintegro dalla maternità con una ristrutturazione dei team a copertura del passaggio, con meeting ad hoc sull’operatività e costanti update
3) un percorso di re-onboarding graduale
“Soprattutto in un mondo sempre più attento a diversity e inclusion, come imprenditori siamo consapevoli dell’arricchimento che una maggiore diversificazione delle risorse può portare in termini di produttività e raggiungimento degli obiettivi. Il business, oggi più che mai, ha bisogno di sfruttare tutte le risorse disponibili: escludere un’ampia fascia di donne dal proprio assetto aziendale significa privarsi di un’estesa fonte di ricchezza. Il tema è ampio e le sfaccettature molteplici, ma un focus sulle agevolazioni messe a disposizione dei genitori (entrambi i genitori) per tutto il ciclo di vita dei figli potrebbe essere un aiuto all’impresa più cospicuo rispetto a sgravi fiscali o molte altre iniziative” conclude Alessandro Raguseo.
L'articolo Ricerca Reverse: le future mamme sono un investimento rischioso? Rispondono Head Hunter e HR proviene da WeWelfare.
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