Revisione legale, De Lise: "Senza regolamentazione barca alla deriva. Intervenga MEF"

Revisione legale, De Lise: "Senza regolamentazione barca alla deriva. Intervenga MEF"
(Teleborsa) - Il settore della Revisione legale è come una "barca alla deriva", manca la formazione e la copertura dei rischi, ma soprattutto il settore è caratterizzato da una...

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(Teleborsa) - Il settore della Revisione legale è come una "barca alla deriva", manca la formazione e la copertura dei rischi, ma soprattutto il settore è caratterizzato da una elevata competizione, che spinge forzosamente al ribasso i compensi. Serve un intervento del MEF. La denuncia arriva da Matteo De Lise, presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.


"L'attività di revisione legale, per essere svolta al meglio - spiega - richiede formazione obbligatoria continua, assunzione di rischi e un'adeguata copertura assicurativa. Il dottore commercialista che si cimenta in questo ambito deve affrontare acque burrascose tra responsabilità, obblighi, mancata riconoscenza delle competenze, scarsa propensione delle imprese ad affrontare un processo di revisione. E poi ci sono gli squali, con i loro prezzi al ribasso e una maggiore capacità di assorbire eventuali azioni di responsabilità".

"Di fronte a questo scenario, ci appare evidente che i giovani professionisti rinuncino a prender in mano il timone della revisione legale, lasciando andare la barca alla deriva", afferma De Lise, sollecitando un intervento del legislatore. "Abbiamo scritto al ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, per chiedere un confronto. Chiediamo che venga fissato un importo massimo per il compenso; che venga maggiormente tutelato il revisore nella sua responsabilità e nel riconoscerne l'imprescindibile utilità; e che venga preservata la libera concorrenza".

"In altri paesi d'Europa - sottolinea - questi principi sono stati condivisi e adottati. In Italia no, ed è l'ennesima occasione persa per tutelare la nostra categoria e non disperdere un patrimonio di professionalità e competenze che solo le figure ordinistiche possono garantire".


Anche il MEF - ricorda De Lise - ammetteva che in alcuni casi "i compensi dichiarati sono quantificati in misura così scarsamente remunerativa da far presumere che non sia garantita la qualità e l'affidabilità dei lavori di revisione". Ed un sondaggio effettuato dall'UNGDCEC nel 2019 evidenziava come molti professionisti fossero disposti ad accettare compensi pari a 50 euro l'ora, "un importo che sminuisce la preparazione e le capacità richieste per lo svolgimento di questa attività - conclude il Presidente - considerando che il vecchio tariffario fissava in 77,48 l'importo minimo". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero