Reddito, obbligo di accettare il lavoro solo con uno stipendio minimo di 858 euro

Arriva un salario minimo per i beneficiari del reddito di cittadinanza: saranno obbligati ad accettare un lavoro solo se lo stipendio supera gli 858 euro al mese. La novità...

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Arriva un salario minimo per i beneficiari del reddito di cittadinanza: saranno obbligati ad accettare un lavoro solo se lo stipendio supera gli 858 euro al mese. La novità è tra le poche modifiche «pesanti» al decretone approvate in commissione al Senato. Il pacchetto più corposo di modifiche è infatti atteso alla Camera. Ma qualche novità già c'è: arriva il via libera alla proposte leghista di alzare da 30mila a 45mila euro l'anticipo del Tfs per gli statali


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Il provvedimento che disciplina reddito di cittadinanza e quota 100 arriverà nell'Aula di Palazzo Madama lunedì, attesa al varco da opposizioni assai critiche ma anche da un nuovo pacchetto di nove emendamenti presentati dal governo, per riparare subito alcune criticità. La novità più importante si annuncia quella adottata per tenere conto delle osservazioni del garante della privacy: lo Stato non potrà più ficcare il naso tra le singole spese dei percettori del reddito, ma solo monitorare - per irrogare eventuali sanzioni - il saldo mensile delle spese e dei prelievi effettuati sulla «Carta» del reddito, simile a una Poste Pay. Una netta inversione di rotta rispetto a quanto ipotizzato all'inizio: il M5s si era spinto ad annunciare il divieto di spendere la Card in gioco d'azzardo.

Ma, ha obiettato il Garante, controllare i singoli acquisti di un cittadino porrebbe enormi problemi di tutela dei dati personali. Di qui lo stop: ci sarà un monitoraggio mensile sugli addebiti totali, per verificare che sia rispettato l'obbligo di spendere il reddito per intero ogni mese, ma nulla di più. Il governo corre ai ripari anche sul terremoto che rischiano alcuni settori della pubblica amministrazione con le pensioni anticipate di chi sceglierà Quota 100. I tribunali, già in carenza di organico, rischiano di essere svuotati. E così arriva un emendamento per consentire assunzioni in deroga già a partire da metà luglio, nonostante fino a novembre ci sia il blocco assunzioni nella Pa. Potranno arrivare 1300 amministrativi a fronte di un «buco» stimato in circa 20mila posti in tre anni. Nel pacchetto del governo al vaglio dell'Aula spunta anche una estensione della pace contributiva, che per un triennio permette di coprire buchi contributivi di massimo 5 anni: si potrà saldare quanto dovuto in dieci anni (120 rate mensili, invece delle 60 attuali). Arriva poi la proroga di sei mesi della cassa integrazione straordinaria per lavoratori di grandi aziende che hanno programmi pluriennali di riorganizzazione.


Tra gli emendamenti già approvati al testo, c'è la sospensione della pensione a chi ha una condanna passata in giudicato per mafia o terrorismo o qualunque altro reato con «pena non inferiore a due anni di reclusione», che si siano «volontariamente sottratti all'esecuzione della pena». Quanto ai percettori del reddito di cittadinanza, viene fissata una soglia minima di stipendio oltre la quale scatta per loro l'obbligo di accettare un lavoro: la proposta deve essere di almeno 850 euro al mese, cioè «superiore di almeno il 10%» all'assegno massimo di 780 euro. Una cifra che la Lega vorrebbe aumentare alla Camera. È acquisita invece la revoca del bonus per le aziende che assumono e poi licenziano i percettori di reddito entro tre anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero