«Non ci sono sorprese. Il sito per il reddito di cittadinanza parte a marzo e da fine aprile lo eroghiamo». Lo afferma il vicepremier Luigi Di Maio al termine del...
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Una «war room» lunga oltre due ore, con lo stato maggiore del M5S che mette sul tavolo l'offensiva anti-sovranista in vista delle Europee. Luigi Di Maio, prima del Cdm decisivo su reddito di cittadinanza e quota 100 riunisce i suoi ministri, i due capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, e alcuni esponenti dell'inner circle del Movimento: da Vincenzo Spadafora a Gianluca Paragone fino a Stefano Buffagni ed alcuni membri dello staff pentastellato. E dare il segno movimentista all'incontro, ecco Alessandro Di Battista, che arriva all'incontro con il figlio. E i toni, al termine del vertice, sono di segno elettorale. «Se volevo le trivelle o gli inceneritori facevo il governo con il Pd», è la frecciata che Di Maio lancia a Matteo Salvini, ribadendo anche la bontà della scelta, da parte del ministro Costa, di assegnare il generale Ricciardi alla presidenza del parco del Circeo, «teatro di azioni illecite», sottolinea. «Comincia una nuova fase, mi prendono in giro ma da oggi chi non ha niente avrà 780 euro», sottolinea ancora Di Maio difendendo una misura che il M5S vorrà riproporre a livello europeo. E di europee, nel corso della riunione, si è anche parlato con Di Battista più che mai nel ruolo di uomo in trincea della lunga campagna. Nessuna soggezione alla Lega, i temi da portare avanti saranno quelli che segnano i «topos» della storia del Movimento, è il messaggio che emerge dall'incontro, al quale partecipano tutti i ministri M5s, anche quelli più «tecnici», come Alberto Bonisoli e Elisabetta Trenta. Una riunione «cazzuta» spiega una dei presenti prima di osservare: «ma lo siamo sempre stati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero