Il reddito di cittadinanza arriverà più tardi. I primi versamenti erano attesi per la seconda metà di aprile e comunque non oltre la fine del mese, ma ora dal...
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Dopodiché Poste Italiane, a cui spetta il delicato compito di gestire il complesso meccanismo di erogazione del sostegno anti-povertà, avrà una settimana di tempo per calendarizzare la procedura relativa alle liquidazioni. Tuttavia, la possibilità che qualcosa vada storto non è da escludere. Il costo politico di eventuali ritardi nei versamenti rischia di essere elevato per il M5S in vista delle Europee di fine maggio. Risultato? Al reddito di cittadinanza manca ancora il pezzo più importante: la data (certa) di emissione dei primi attesissimi bonifici. Sui tempi di erogazione del bonus è ancora buio pesto complici i passaggi che rimangono da espletare. Il tutto mentre è ripartita la corsa al sussidio: da oggi, dopo i cinque giorni di stop alle domande previsti dalla legge all'inizio di ogni mese, si può ricominciare a presentare la richiesta per il reddito dei Cinquestelle, così da accedere al beneficio a partire dal mese prossimo.
I DETTAGLI
Le domande di marzo, circa ottocentomila, riceveranno invece un responso dall'ines a breve: l'istituto di previdenza sociale ha confermato a Il Messaggero che entro il 15 aprile sarà reso noto il numero delle richieste accolte. Se non vi saranno ritardi, entro il 22 aprile Poste Italiane comunicherà al ministero del Lavoro di essere pronta a distribuire le tessere magnetiche gialle agli aventi diritto. Solo a quel punto da via Fornovo partiranno gli sms ai beneficiari con le informazioni relative al luogo e ai giorni in cui ritirare l'agognata card. Al ministero del Lavoro, però, ancora non si sbilanciano sulle date: lo staff di Luigi Di Maio per ora si limita a dire che i versamenti sono previsti in uscita tra la fine di aprile e l'inizio del mese prossimo. Sulle spine 2,8 milioni di persone che attendono con trepidazione di ottenere i soldi promessi. Sarà, dunque, una corsa contro il tempo. Eventuali ritardi nelle erogazioni, con il voto per le Europee che incombe, rischiano di costare caro al Movimento 5 Stelle. Il vicepremier grillino lo sa bene perciò sta seguendo con ansia quest'ultima fase di messa a punto.
Se qualcosa dovesse andare storto, se per esempio i controlli dell'Inps dovessero richiedere più tempo del previsto, allora l'intera timeline ne risentirebbe in negativo e il pericolo di vedere slittare i primi bonifici a maggio allora diventerebbe concreto. E il costo politico legato a eventuali ritardi nei versamenti potrebbe rivelarsi assai elevato per un M5S già in crisi di consenso. Essere puntuali nei versamenti potrebbe comunque non bastare ai pentastellati per provare a risalire nei sondaggi: un'altra insidia si annida nel reddito di cittadinanza. Al momento, infatti, mancano all'appello 1,2 milioni di beneficiari per raggiungere la platea desiderata che è di 4 milioni di persone. Se l'obbiettivo verrà centrato allora avranno aderito alla misura l'85 per cento dei potenziali aventi diritto, come calcolato a suo tempo dalla Ragioneria generale dello Stato. Per tagliare un simile traguardo sono necessarie più di un milione di domande complessive.
A fronte delle richieste presentate a marzo, 853.521, ora in attesa del giudizio dell'Inps, al momento la misura coinvolgerebbe circa 2,8 milioni di persone, un numero peraltro destinato a diminuire sulla base di quante istanze verranno respinte a metà aprile. Il timore dei Cinquestelle, in vista delle Europee di maggio, è che se non si dovesse raggiungere la quota di beneficiari prefissata allora la misura potrebbe essere percepita come un flop. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero