Ora è ufficialmente possibile rinunciare al reddito di cittadinanza: con il messaggio 2662 dello scorso 11 luglio l'Inps ha comunicato alle sue strutture territoriali...
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Reddito cittadinanza, addio lavapiatti. Chef Parisi: «Lavorano solo nei weekend se gli va»
Reddito di cittadinanza, chiamata al lavoro pronta per 200 mila famiglie
Il fatto è che la possibilità di fare marcia indietro non era stata prevista dalla legge che ha istituito il reddito di cittadinanza. Ecco quindi che davanti alle richieste di chiarimento degli interessati, l'Inps si è rivolto alla direzione generale per la lotta alla povertà e la programmazione sociale del ministero del Lavoro e ora fa conoscere le indicazioni operative. Toccherà a chi aveva richiesto la prestazione formalizzare la rinuncia a nome di tutto il nucleo familiare, indipendentemente dalla sua composizione e dal punto in cui la procedure previste erano arrivate (ad esempio quelle relative al percorso di lavoro). Per farlo, dovrà usare il modulo disponibile in allegato o sul sito dell'Inpsalla sezione "tutti i moduli".
La rinuncia comporta in automatico la disabilitazione della carta ricevuta dagli interessati: le relative somme residue non saranno quindi più disponibili. Una soluzione più favorevole a quella ipotizzata in precedenza, che comportava la restituzione delle somme percepite nel frattempo. L'istituto ricorda inoltre che il venir meno del reddito non comporta, per chi in precedenza lo percepiva, il ritorno al Rei (reddito di inclusione) prestazione che del resto è ormai abrogata.
La platea potenziale dei rinunciatari include soprattutto coloro ai quali è stato riconosciuto un importo basso e che potrebbero giudicare non più conveniente continuare a percepirlo, dovendo in cambio dare la disponibilità a presentarsi ad un centro per l'impiego per essere inseriro nel percorso lavorativo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero