Recovery, via libera del Parlamento al PNRR

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(Teleborsa) - Dopo il sì della Camera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni rese dal presidente del Consiglio Mario Draghi (con 442 voti favorevoli, 19 contrari e 51 astenuti), con il via libera del Senato (224 voti favorevoli, 16 contrari e 21 astenuti), arrivato in serata, il Parlamento ha approvato il Piano di ripresa e resilienza. "Oggi è un giorno positivo per l'Italia – ha commentato il premier –. Il 30 aprile non è una data mediatica. Se consegnavamo il piano il 10 maggio i soldi arrivavano a giugno, o peggio, dopo l'estate".


Nelle due repliche, a Montecitorio e a Palazzo Madama, Draghi ha cercato di togliere ogni dubbio sulla sua figura di uomo solo al comando. "Non ho mai detto a Ursula von Der Leyen 'garantisco io', non è il mio stile" ha assicurato il presidente del Consiglio sottolineando che con il Recovery Plan "l'Italia non sarà più la stessa". Tra i possibili ostacoli all'attuazione del Piano Draghi cita l'inerzia istituzionale. "Le risorse – ha avvertito – saranno sempre poche se non si usano".

Il Consiglio dei ministri, che potrebbe essere convocato per giovedì, formalizzerà il via libera a Bruxelles del Piano. Entro luglio, Roma attenderà la prima tanche di fondi, di circa 24 miliardi. Nel frattempo toccherà a Draghi destreggiarsi tra i decreti e i disegni di legge legati al Recovery. Sul Superbonus c'è l'impegno alla proroga al 2023 e il dl semplificazioni in campo semplificherà la misura. Sulla riforma del fisco la deadline è il 31 luglio e, spiega il premier, "è auspicabile una ampia condivisione politica". Mentre per la riforma della giustizia, che potrebbe essere la più divisiva di tutte, il governo nell'ultima versione del Pnrr si dà tre mesi di tempo.



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Il Messaggero