Recovery, gli investimenti: dall'Alta Velocità al Sud agli asili nido

Recovery, gli investimenti: dall'Alta Velocità al Sud agli asili nido
Tra il 1990 e il 2019 l’Italia ha ridotto del 19% le proprie emissioni totali di gas serra. Un calo notevole che però non consente ancora di guardare da vicino gli...

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Tra il 1990 e il 2019 l’Italia ha ridotto del 19% le proprie emissioni totali di gas serra. Un calo notevole che però non consente ancora di guardare da vicino gli obiettivi fissati a livello internazionale per il 2030 e il 2050 (il traguardo finale è la neutralità climatica). La strategia si articola in cinque direzioni: ulteriore incremento della quota di energie rinnovabili, potenziamento e digitalizzazione delle infrastrutture di rete, aumento della produzione e dell’utilizzo di idrogeno, sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, e infine riduzione della dipendenza da importazioni di tecnologie per la generazione rinnovabile, di bus e elettrici e batterie per il settore dei trasporti. L’impegno finanziario totale è di quasi 24 miliardi.

ALTA VELOCITA' AL SUD

Oggi la rete ferroviaria ad alta velocità si ferma alla Napoli-Salerno. Con il Recovery Plan il governo investe poco meno di 5 miliardi per unificare il Paese da questo punto di vista. Gli interventi riguardano la Napoli-Bari, con un tempo di percorrenza che passerebbe da 3 ore e 30 minuti a 2 ore; la Palermo-Catania Messina che dovrebbe permettere il risparmio di un’ora rispetto alle attuali tre; la Salerno-Reggio Calabria il cui assetto finale porterebbe ad una riduzione di 80 minuti del tempo di percorrenza. Nell’ambito delle “connessioni diagonali” c’è poi la Taranto-Metaponto- Potenza-Battipaglia: al completamento del progetto ci sarà una riduzione del tempo di percorrenza di 30 minuti sulla Napoli-Taranto.

PIU' POSTI NEGLI ASILI NIDO

Un tema che incrocia le difficoltà delle famiglie, ma anche la necessità di spingere il lavoro femminile e in generale di aumentare il tasso di occupazione. Il piano per gli asili nido inserito nel Pnrr prevede uno stanziamento molto significativo, pari a 4,6 miliardi; che riguarda però non solo i nidi propriamente detti ma anche la scuola dell’infanzia. L’obiettivo complessivo è la creazione di 228 mila posti, di cui 152.000 per i bambini tra 0 e 3 anni e 76.000 per la fascia 3-6 anni. Il punto di partenza è l’attuale percentuale del 25,5% che esprime il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e bambini fino a 2 anni (7,5 punti sotto l’obiettivo minimo europeo). Nella stessa direzione vanno le misure per l’estensione del tempo pieno a scuola.

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Il Messaggero