Recovery Plan, Cingolani: impegno globale con target globale

Recovery Plan, Cingolani: impegno globale con target globale
(Teleborsa) - Per quanto riguarda il Recovery Plan "dobbiamo mettere in piedi un piano di proporzioni colossali in 5 anni, equivalente a spendere 100 milioni al giorno come...

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(Teleborsa) - Per quanto riguarda il Recovery Plan "dobbiamo mettere in piedi un piano di proporzioni colossali in 5 anni, equivalente a spendere 100 milioni al giorno come Paese". Lo ha dichiarato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, durante un video-collegamento con l'evento "Idee per la ripartenza - Mobilità e trasporti, le rotte del dopo pandemia" in corso di svolgimento a Trieste, sottolineando che il Reoovery "è un grande contratto del Paese Italia e non di un gruppo, di una Regione, di un portatore di interessi. E' l'intera Nazione che ha siglato un contratto, un grande progetto con un grande ente finanziatore che è la Commissione europea".



"A differenza del passato - ha sottolineato - è un impegno globale ed ha un target globale, non è semplicemente una cosa nostra come italiani ma deve contribuire al raggiungimento di un obiettivo mondiale che è quello della decarbonizzazione e tutti i Paesi devono fare il loro dovere".

"Questo esce un po' fuori dai canoni normali di organizzazione e dobbiamo pensare a qualcosa che ci consenta di seguire il cronoprogramma, di interloquire con l'ente finanziatore che è la Commissione Europea e di verificare che le intersezioni tra gruppi di lavoro dei diversi ministeri siano efficaci" ha sottolineato Cingolani. In riferimento alla transizione ecologica - ha evidenziato il ministro - "essa vale circa il 40%" del piano e "l'obiettivo primario è quello di riuscire ad accelerare in maniera molto decisa la nostra capacità di installare sorgenti di energia rinnovabile. Dobbiamo aumentare di circa 10 volte la nostra capacità annuale di installazione, installando nei prossimi 9 anni circa 70 miliardi di Watt di sistemi di produzione di energia rinnovabile". "Questo è il grande abilitatore - ha concluso Cingolani -. Se noi riusciamo a fare questo avremo sufficiente energia elettrica rinnovabile per poi abilitare tutte le altre reazioni di de-carbonizzazione".


Per quanto riguarda l'Ilva "secondo me la strada non può che essere quella di cercare di rendere l'impianto il più verde possibile, quindi tutto elettrificato, il prima possibile, producendo un acciaio di altissima qualità che sia il più verde che si possa trovare in giro".


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Il Messaggero