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Con il Recovery nel 2025, rispetto alle stime, aumenteranno gli occupati (275mila occupati) e il Pil (2,3%). È il risultato della simulazione compiuta dall'Istat e indicato nel corso dell'audizione alle Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell'Unione europea del Senato, sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.
L'aumento degli investimenti «determinerebbe sia il rialzo della loro quota sul Pil, che tornerebbe sopra il 19%, sia una loro ricomposizione a favore di quelli in beni intangibili, con positivi effetti sulla produttività del lavoro». In particolare, la simulazione proposta dall'Istat, come spiegato nel corso dell'audizione dal direttore della Direzione centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell'area delle statistiche economiche, Gian Paolo Oneto, prevede di applicare «la quota del 70% da destinare agli investimenti pubblici ai 158,22 miliardi risultanti dalla somma dei fondi attribuiti ai nuovi interventi (145,22 miliardi) e di quelli riferiti al programma React-Eu (13 miliardi). Ulteriori ipotesi hanno riguardato la possibile allocazione dei fondi separando la componente cosiddetta tangibile da quella intangibile, quindi ricerca e sviluppo e digitale. Infine, si è ipotizzato che i fondi disponibili siano utilizzati pienamente e senza inefficienze, con una distribuzione della spesa uniforme nel quinquennio 2021-2025».
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