Recovery, Conte: Consiglio UE storico. Partenza? Difficile prima di febbraio

Recovery, Conte: Consiglio UE storico. Partenza? Difficile prima di febbraio
(Teleborsa) - "E' un Consiglio UE che si può definire storico, è un altro passo avanti per rendere concreto il programma di risorse" del Recovery Fund". Lo ha detto il Premier...

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(Teleborsa) - "E' un Consiglio UE che si può definire storico, è un altro passo avanti per rendere concreto il programma di risorse" del Recovery Fund". Lo ha detto il Premier Giuseppe Conte in conferenza stampa da Bruxelles sottolineando:"Abbiamo raggiunto questo risultato senza rinunciare a nessuno dei nostri principi, abbiamo ribadito il principio dello stato di diritto".


"Sulle ratifiche nazionali del Recovery Fund il clima è molto buono, anche da Paesi che sono stati più diffidenti. Non c'è stato nessun segnale di nervosismo, non ci aspettiamo un cammino irto", ha precisato il Presidente del Consiglio che ha aggiunto: "Ragionevolmente sarà difficile che potremo partire prima di febbraio".

"Io ho la piena responsabilità e consapevolezza di questo incarico, e sono pienamente edotto del fatto che andrò avanti con la fiducia di ogni forza di maggioranza e di tutte le forze complessivamente".

Adesso inizia un'altra fase. "Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, ci confronteremo con le singole forze politiche e poi collettivamente. Cercheremo di capire che fondamento hanno questo critiche e che istanze rappresentano. Il Paese merita risposte", dice Conte pronte ad accogliere "tutte le proposte per migliorare la capacità amministrativa dello Stato" sul Recovery Plan. "Quello che va chiarito è che questa struttura non vuole e direi non può esautorare i soggetti attuatori dei singoli progetti, che saranno amministrazioni centrali e periferiche. Noi però abbiamo bisogno di una cabina di monitoraggio, altrimenti perderemmo soldi".

Quanto alla situazione interna, ammettere il Premier "Ci sono delle istanze molto critiche, dobbiamo capire cosa nascondono, quali obiettivi. Lo faremo incontrando le delegazioni delle singoli forze di maggioranze. Serve trasparenza". E' chiaro che dobbiamo dimostrare di essere all'altezza ma dobbiamo già dimostrarlo nelle convinzioni, nei toni, per farlo non ci dobbiamo nascondere. C'è già una collegialità, ma evidentemente non basta", ha aggiunto.

Rispondendo a chi gli chiedeva se all'Ilva di Taranto, destinata ai fondi del Just Transition, si abbandoneranno i combustibili fossili. Conte ha assicurato che il programma dell'accordo prevede "man mano diventerà tutto verde", ma "occorre farlo in un arco temporale già previsto dal piano".

"Non è che ci stiamo prendendo gusto con la mano pubblica, tutti i Paesi con la pandemia, in una situazione così pesante, sono costretti anche a programmare investimenti, anche con l'intervento della mano pubblica in alcuni asset strategici che non possiamo permetterci di perdere".

Poi il difficile capitolo dei limiti agli spostamenti nelle festività che possono "creare un problema oggettivo, è chiaro che chi vive in una grande città e ha i congiunti prossimi ha la possibilità di muoversi. Chi è in paesini più piccoli, può avere qualche difficoltà. Se il Parlamento, assumendosene tutta la responsabilità, vuole introdurre eccezioni sui Comuni più piccoli, in un raggio chilometrico contenuto, torneremo su questo punto. Il Parlamento è sovrano. Ma grande cautela in qualsiasi eccezione".

Sul Covid "abbiamo ribadito la necessità di rafforzare il coordinamento tra i Paesi soprattutto in vista delle festività. Abbiamo sottolineato l'importanza di un approccio coordinato" sui vaccini. "Se ci riusciremo cercheremo di organizzare il Vaccino-Day per dimostrare che l'Europa parte insieme".


Infine, sulla Brexit "il tempo stringe dobbiamo prepararci a una hard Brexit e come Italia l'abbiamo fatto da tempo, abbiamo predisposto tutto". Nel negoziato tra Londra e Ue , ammette Conte, "rimangono difficoltà, continueremo a lavorare, ci sono questioni non minimali ma di fondamentale importanza" come la parità di condizioni su cui "l'Ue non può cedere".




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Il Messaggero