(Teleborsa) - "È un progetto industriale, vogliamo controllare la supply chain, non vogliamo essere un polo del lusso". Lo ha detto Gildo Zegna, amministratore delegato di Zegna...
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"Stiamo pensando anche ad acquisizioni", ha detto. "Thom Browne è stato un esempio, ma se arriva un'altra opportunità dovrà essere in linea con la nostra cultura e deve poter essere integrata nella nostra struttura - ha aggiunto Gildo Zegna - Al momento non abbiamo nulla di concreto anche se abbiamo molti dossier sul tavolo. Se mai decideremo di fare un'acquisizione deve essere un altro Thom Browne", ha precisato, riferendosi al marchio USA comprato tre anni fa.
Nel corso della conference call è stata anche spiegata la scelta di arrivare in Borsa attraverso una SPAC e non tramite una IPO e la quotazione a Wall Street piuttosto che su altri listini, come Piazza Affari. "Siamo stati approcciati da Ermotti (presidente di Investindustrial Acquisition Corp, ndr) che ha messo me e Bonomi insieme. Hanno deciso di creare la SPAC a New York e quando mi hanno chiesto di unirmi al progetto abbiamo detto sì. Non c'è stata una competizione tra una SPAC o una IPO o con un'altra borsa e New York", ha spiegato Gildo Zegna. "Abbiamo colto questa opportunità. Abbiamo valutato che la tempistica era perfetta, il business del lusso sta diventando molto sfidante e questo progetto ci permette di essere affiancati da un partner come Bonomi che spero possa stare con noi a lungo e per sempre", ha aggiunto.
"La visibilità che Zegna avrà dall'essere quotata negli USA e dalle vendite che già realizza in Cina lo mette nella posizione giusta. Quando abbiamo fatto la SPAC a New York l'obiettivo era portare sul mercato statunitense una società italiana e familiare, iconica, solida e con una visione al futuro, ben gestita" ha affermato il presidente di Investindustrial Andrea Bonomi. "Niente da portare via dal mercato italiano. Per Zegna che è una società globale gli USA sono il posto giusto", ha aggiunto Bonomi, specificando che "Zegna non diventerà un agglomerato di marchi. Ciò che il gruppo vuole è costruire un marchio e una famiglia di aziende con il DNA Zegna. Zegna crescerà ovviamente anche attraverso acquisizioni, ma con business affini, che si integrano nella cultura del gruppo". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero