Lo stop alla rivalutazione costa caro ai pensionati: una pensione di poco superiore a 3 volte al minimo, 1568 euro, perderà 950 euro all'anno....
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Se si considerano tutti i blocchi operati in 8 anni e si aggiunge l'ulteriore blocco previsto dall'ultima legge di bilancio, dunque, spiega nel dettaglio lo studio Uil, si evidenzia come una pensione che nel 2011 era pari a 1.500 euro lordi mensili, subirà una perdita complessiva pari a 73,77 euro al mese, 959,06 euro annui. Una differenza destinata a crescere per effetto dei blocchi previsti anche per i prossimi 2 anni, fino al 2021. Il taglio pesa progressivamente mano mano che la pensione sale: un pensionato, sempre nel 2011, con un assegno pari a 1.900 euro lordi mensili ha subìto nel corso di questi 8 anni un mancato incremento del 6,03% annui, circa 1.489,64 euro lordi. Un mancata rivalutazione, annota ancora Proietti, che «si traduce in circa 1 mensilità netta in meno che il pensionato non percepirà non solo quest'anno: dato l'effetto permanente delle misure la perdita d'importo sulla pensione sarà tale anche per i prossimi anni. Anzi, essendo il blocco previsto anche per il 2020 e il 2021, il danno per i pensionati è destinato a crescere». Per la Uil, dunque, «è necessario ripristinare la piena indicizzazione delle pensioni e recuperare il montante perso in questi anni», dice dando appuntamento a Roma il 1 giugno, giorno in cui l'Inps effettuerà il conguaglio gennaio - marzo sulle rivalutazioni ma anche quello in cui scenderanno in piazza i pensionati di Cgil, Cisl e Uil. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero