Un Paese fermo. Anzi, addirittura in leggero arretramento. Istat registra un regresso dell’economia italiana. Per la prima volta dal secondo trimestre del 2014 la crescita...
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Su base congiunturale, infatti, diminuiscono i consumi finali nazionali (-0,1%) e gli investimenti fissi lordi (-1,1%) mentre aumentano importazioni e esportazioni. In questo quadro fosco, si sono aggiunte le valutazioni di Confindustria. Il Centro studi di Viale dell’Astronomia stima un calo della produzione dello 0,5% su ottobre e dello 0,7% sull'anno. Segno negativo anche per gli ordini (-0,3% su ottobre, -0,8% su anno) e attesa di peggioramento per la situazione economica. “Il calo dell'attività - spiegano gli industriali - è coerente con l'andamento negativo del clima di fiducia degli imprenditori manifatturieri. Dinamica degli ordini e attese delle imprese non lasciano intravedere alcun miglioramento nel breve termine”. I numeri dell’Istat hanno offerto alle opposizioni ed anche ai sindacati l’occasione per attaccare frontalmente la politica economica del governo. “Il Pil lo faremo crescere”, si è limitato ad affermare il premier, Giuseppe Conte. Mentre Luigi Di Maio ha contrattaccato accusando “la manovra insipida che non era espansiva e che non ha funzionato” messa a punto dal precedente governo Gentiloni. Nel 2019, ha garantito il vicepremier, “l’economia ripartirà perché stiamo mettendo risorse fresche nell'economia e la manovra espansiva da 37 miliardi avrà i suoi effetti”.
Accenti simili da Matteo Salvini. “Il Pil negativo – ha detto il leader della Lega – è il risultato delle vecchie manovre basate su tagli e austerità. Il prossimo anno con la nostra manovra fondata su più lavoro e meno tasse, l'Italia tornerà a crescere”. In attesa di tempi migliori, tuttavia, il Paese deve fare i conti anche con un mercato del lavoro in affanno. Cresce in modo consistente il tasso di disoccupazione arrivando al 10,6% (dal 10,3% di settembre, rivisto al rialzo dal 10,1% della stima preliminare) segnando l'aumento maggiore nell'Ue. Nell'area Euro il tasso di disoccupazione è rimasta stabile all'8,1% mentre nell'Ue a 28 è rimasto fermo al 6,7%. Quanto all'occupazione, è rimasta sostanzialmente stabile (+9 mila unità) su settembre mentre è cresciuta di 159 mila unità su ottobre 2017. La crescita annua dell'occupazione si concentra nell'occupazione over 50 (+330 mila) sia per l'andamento demografico sia per la stretta sull'accesso alla pensione. Quindi nella sostanza la maggiore disoccupazione è dovuta alla riduzione degli inattivi. I disoccupati arrivano a quota 2 milioni e 746 mila. Ancora Istat segnala che anche i prezzi fanno registrare un momento di scarsa domanda, con un arretramento a novembre dello 0,1% rispetto a ottobre e un avanzamento dell'1,7% sull'anno. L'inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l'indice generale e +0,7% per la componente di fondo. Per il carrello della spesa (i prodotti di largo consumo) si segnala un aumento dello 0,7% sul mese e dell'1,1% sull'anno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero