(Teleborsa) - "La crescita globale rimarrà debole nei prossimi due anni" ma "non prevediamo che l'economia mondiale entrerà in una recessione nel 2020 o nel 2021". E' quanto...
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Moody's ricorda l'aumento del costo del finanziamento del debito pubblico e l'incertezza politica durante il governo Lega-M5S e sottolinea nel contesto attuale "una riduzione dell'incertezza politica e condizioni di finanziamento più favorevoli" che "dovrebbero aiutare l'attività economica". L'Agenzia punta poi l'indice sul Reddito di Cittadinanza, iniziativa "fiore all'occhiello del Movimento Cinque Stelle" che "contribuirà meno del previsto alla crescita dei consumi" dal momento che il numero di assegni erogati e il loro importo "sono stati inferiori alle aspettative iniziali". A caratterizzare lo scenario, una domanda interna che "rimane debole, ad eccezione degli investimenti, aumentati del 2,4% nella prima metà del 2019" anche se "la crescita costante dell'occupazione fornirà sostegno ai consumo delle famiglie".
Nel complesso, per quanto riguarda l'economia mondiale, Moody's segnala come "l'attuale contesto sia caratterizzato da una crescita strutturalmente bassa, debole inflazione e spazio fiscale limitato, il che rende l'economia globale più vulnerabile agli sviluppi negativi". L'Agenzia mantiene le sue previsioni "sostanzialmente invariate" con i paesi del G20 in crescita del 2,6% nel 2020, lo stesso livello del 2019 e stima che continuerà la "decelerazione" delle due maggiori economie, gli Stati Uniti e la Cina, fino al 2020. Per il G20 accelerazione nel 2021 a +2,8%, che sarà comunque al di sotto del livello medio negli ultimi decenni. Le economie emergenti si stabilizzeranno o addirittura accelereranno nel 2020 e nel 2021. Il maggior rischio per l'outlook globale, secondo Moody's, potrebbe essere un'eventuale escalation delle controversie commerciali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero