Upb: crescita Pil rivista al ribasso: +0,4% nel 2020

Upb: crescita Pil rivista al ribasso: +0,4% nel 2020
L'ufficio parlamentare di Bilancio rivede al ribasso la crescita attesa per il 2020, portandola allo 0,4% con un calo di due decimi di punto. È quanto emerge dalla...

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L'ufficio parlamentare di Bilancio rivede al ribasso la crescita attesa per il 2020, portandola allo 0,4% con un calo di due decimi di punto. È quanto emerge dalla audizione del presidente, Giuseppe Pisauro, davanti agli uffici di presidenza congiunti delle Commissioni Bilancio di Senato e Camera, dedicata all'esame dei recenti provvedimenti del Governo relativi ai saldi di finanza pubblica, in particolare l'assestamento di bilancio e il decreto 61.


"Influisce su tale andamento - spiega l'Upb - principalmente la dinamica della domanda finale interna, con i consumi privati che risentono dell'attivazione delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette".

Per l'Upb "sulla base di una prima valutazione di larga massima si può ritenere che il profilo discendente del deficit tendenziale possa confermarsi anche nel 2020: gli effetti positivi di trascinamento delle variazioni di bilancio per il 2019 e il permanere dell'attuale livello dei tassi d'interesse compenserebbero l'impatto negativo dovuto al peggioramento macroeconomico, consentendo di mantenere un profilo discendente del deficit a legislazione vigente anche nel 2020", con un deficit a legislazione vigente per il prossimo anno intorno "all'1,7%".

Anche per il 2019 la crescita del Pil è vista al ribasso allo 0,1%. I due provvedimenti del governo, spiega Pisauro "dovrebbero determinare un miglioramento dell'indebitamento netto della P.A. di circa 7,6 miliardi, derivante per 6,2 miliardi da maggiori entrate nette e per 1,4 miliardi da minori spese nette".

Fronte spese, se l'assestamento di bilancio ha complessivamente un "impatto peggiorativo" del saldo pari a 100 milioni il decreto 61 "si traduce in un miglioramento dell'indebitamento netto di 1,5 miliardi".

Per l'Upb "questo risparmio è attribuibile alla disposizione secondo cui le minori uscite che risultassero a fine esercizio rispetto a quanto previsto dalla Legge di bilancio per 'Quota 100' e Reddito di cittadinanza si dovranno tradurre in effettive riduzioni degli aggregati di spesa".

Secondo le valutazioni dell'Upb "i due provvedimenti evidenziano nel complesso una correzione degli andamenti tendenziali che conduce nel 2019 il deficit della Pa al 2% circa. Tali valutazioni scontano anche l'aggiornamento dello scenario macroeconomico dell'Upb, che comporta - rispetto alla previsione formulata in occasione della validazione dei quadri macroeconomici programmatici del Def 2019 - una revisione al ribasso della crescita per l'anno in corso di circa un decimo di punto percentuale, portandola allo 0,1 per cento".

Infine, sulla base dei dati del monitoraggio dell'Inps relativi a "Quota 100", l'Upb "stima che la spesa lorda ammonterebbe quest'anno a 2,4 miliardi (1 miliardo in meno rispetto a quanto preventivato) e a 4,9 miliardi il prossimo (2,4 miliardi in meno)".


"La minore spesa stimata per il 2019 - conclude Pisauro - "andrebbe tuttavia valutata congiuntamente con le eventuali maggiori erogazioni connesse con il reddito di inclusione rispetto a quanto stimato nella relazione tecnica del DL 4/2019 per effetto di una transizione relativamente più lenta da uno strumento all'altro". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero