(Teleborsa) - Le quotazioni petrolifere continuano ad aumentare, poiché la Russia è uno dei principali produttori mondiali di petrolio ed è parte dell'Opec Plus, la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un barile a 140 dollari
Il prezzo del Brent del Mare del Nord, qualità di greggio di riferimento in Europa, ha sfirato ieri i 140 dollari al barile, arrivando sino a 139,13 usd/b. Un prezzo molto vicino al record storico raggiunto nel 2008, quando la cre4scente domanda cinese aveva fatto ievitare il prezzo sino a 147,50 dollari.
Questa mattina, alla riapertura dei mercati europei, il contratto più prossimo sul Brent scambia a 130 dollari al barile, on rialzo del 10% rispetto al prezzo di riferimento dio venerdì.
Ache il Light crude, greggio di riferimento americano scambiato al Nymex, tratta a 126,1 dollari al barile, in rialzo del 9% rispetto alla chiusura dello scorso venerdì.
La guerra in Ucraina
Sono i venti di guerra che soffiano in Ucraina i responsabili dell'impennata del greggio, dal momento che la Russia è uno dei maggiori produttori mondiali.
La situazione a Kiev è drammatica, poiché le milizie russe hanno attaccato altre città, accerchiando la capitale dell'Ucraina, che potrebbe essere presa d'assalto entro poche ore. Migliaia i profughi che attendono di poter evacuare le città, dopo che Mosca ha assicurato e non rispettato il cessate il fuoco per permettere corridoi umanitari.
E' in calendario oggi il terzo round dei colloqui Ucraina-Russia, ma non è chiaro su che basi potrà realizzarsi, dal momento che non sono stati garantiti i corridoi umanitari e si continua a bombardare.
(Foto: drpepperscott230 / Pixabay) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero