Il petrolio innesta la retromarcia e torna a scendere dopo l'impennata di stamani. La corsa al ribasso del petrolio a New...
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New York non accenna a fermarsi. Le quotazioni perdono il 5% circa e scendono sotto i 60 dollari al barile (59,61 in chiusura), bruciando tutti i guadagni accumulati con le tensioni fra Stati Uniti e Iran. Tensione stemperate dalle parole di Donald Trump alla nazione. In calo anche l' oro che tratta a 1.573 dollari l'oncia dopo aver toccato un massimo di 1600 dollari.
Intanto regna la calma sulle Borse europee tutte in cauto rialzo. Tra gli investitori prevale la convinzione che, almeno nell'immediato, non si assisterà a un'escalation militare tra Usa e Iran, una speranza corroborata dall'assenza di vittime americane nei raid in Iraq.
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Piazza Affari chiude la seduta in positivo. Il Ftse Mib è salito dello 0,46% trainato da Atlantia (+3,93%), che confida di riuscire a trovare un accordo con il governo sulla concessione, e Leonardo (+3%), infiammata dai venti di guerra in Medio Oriente. Bene il risparmio gestito con Azimut (+2,4%), Mediolanum (+2,3%), che ha annunciato un dividendo straordinario, e Banca Generali (+1,95%), in luce anche Moncler (+2,2%), Pirelli (+2%) e Italgas (+1,9%). In decisa controtendenza Tim (-2,9%), deboli Poste (-1,4%), Fca (-1,3%) ed Eni (-0,8%). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero