Statali, la Cgil avverte il governo: «No al blocco dei salari. Pensioni, pronti alla mobilitazione»

Statali, la Cgil avverte il governo: «No al blocco dei salari. Pensioni, pronti alla mobilitazione»
Cgil all'attacco contro le ipotesi di intervento su pensioni e salari dei dipendenti pubblici. «C'è da augurarsi...

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Cgil all'attacco contro le ipotesi di intervento su pensioni e salari dei dipendenti pubblici.




«C'è da augurarsi che sia una bubbola agostana. Un nuovo blocco biennale dei salari nella #PA sarebbe inaccettabile», scrive su Twitter la Cgil, bocciando le ipotesi di una nuova proroga per altri due anni del blocco degli stipendi degli statali.



«È il momento di lasciare in pace i pensionati, che hanno perso il 30% delpotere d'acquisto negli ultimi 15 anni, grazie alle manovre dei vari governi», aggiunge il segretario generale Spi Cgil, Carla Cantone. «Non sono d'accordo a intervenire sulle retributive», sottolinea. In caso contrario, aggiunge, «ci mobiliteremo, la pazienza è finita».



Il fronte pensioni dunque si fa sempre più caldo, la scia di polemiche e ipotesi di intervento innescata dalle parole del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, non si interrompe, anzi. E i sindacati tornano all'attacco. Altolà anche da esponenti di maggioranza e opposizione. Ma il premier, Matteo Renzi, taglia corto e ironizza: «I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo».



La priorità poi spetta alla giustizia, ha sostenuto il presidente del Consiglio via Twitter da Forte dei Marmi, dove è in vacanza con la famiglia. E in prima linea ci sono anche lo Sblocca Italia e la scuola, al

centro del prossimo Consiglio dei ministri, fissato per il 29 agosto. Ma di certo la previdenza è un cantiere aperto e lo rimarrà probabilmente fino ad autunno con la nuova legge di Stabilità.



Tutto parte dall'intervista di Poletti: il titolare del Welfare spiegava di essere favorevole ad agire sugli assegni alti, con un contributo di solidarietà o con il ricalcolo attraverso il contributivo, a condizione che le risorse eventualmente recuperate fossero riversate nel sistema previdenziale, a vantaggio di chi soffre di più.



I sindacati però sono contrarissimi. Ma anche nella maggioranza i no uniscono Forza Italia e Pd. «Noi stiamo tranquilli solo se fino a 5 mila euro netti mensili, sommando pensioni e vitalizi percepiti, non si prevede alcun prelievo. Fermo restando che, al di sopra di quella soglia, un contributo di solidarietà già esiste», dice Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. «Mettere in allarme quindici milioni di pensionati che hanno soltanto la colpa di essere andati in pensione con il calcolo retributivo - sottolinea Damiano - è semplicemente una follia. Dalle pensioni d'oro siamo già passati a quelle d'argento e si sa che, per fare cassa, si potrebbe arrivare a quelle di bronzo».



«Credo sia stato solo un infortunio di mezza estate». Così il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), riguardo alle ipotesi d'intervento sul fronte pensioni. Nel merito per Sacconi «il prelievo di solidarietà già c'è ed è discutibile».



«Giù le mani dalle pensioni. Per noi è una follia solo parlarne» soprattutto perché «provoca incertezza. Basta ipocrisia, è inaccettabile». Così il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta che ribadisce come «l'Italia dovrà già quest'anno fare una manovra correttiva tra i 25 e i 30 miliardi per il 2014, e un'altra simile per il 2015».



La riforma delle pensioni «è l'unica che abbiamo fatto». Continuare a parlarne «contribuisce a distogliere l'attenzione dalle altre riforme su cui il governo è impegnato». Ne è convinto il viceministro dell'Economia Enrico Morando che torna a bocciare le ipotesi di un nuovo intervento in materia previdenziale. «In autunno - spiega - dobbiamo realizzare quattro riforme strutturali importanti e una gigantesca revisione della spesa. Si tratta delle riforme che riguardano il mercato del lavoro, la giustizia, la Pa e il fisco attraverso l'attuazione della delega. Perciò, a mio avviso, non è utile tornare sul tema delle pensioni. Si tratta dell'unico settore che negli anni scorsi ha registrato una significativa riforma strutturale. Senza entrare nel merito delle questioni ritengo in questa fase sbagliato fare alcunchè. Parlare di pensioni - conclude Morando - distoglie dagli obiettivi di riforma su cui il governo e il paese sono impegnati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero