«In questo primo avvio sperimentale, una quota di donne potrà rientrare nella possibilità del part-time a tre anni dalla pensione». Lo ha affermato il...
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«Le donne - ha spiegato Poletti a margine delle celebrazioni per il 60esimo anniversario dell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi civili - sono dentro una legge che non dipende né dal decreto che abbiamo fatto né dalla legge di stabilità, perché è la dinamica delle leggi sul pensionamento che produce una certa situazione». Da una parte, ha chiarito, «ci sono donne che hanno avuto la finestra del pensionamento e sono uscite e, quindi, non possono usare lo strumento del part-time perché hanno già avuto una opportunità in più; per quest'anno è inoltre ancora aperta la possibilità 'opzione donne' con l'opzione di pensionamento. Poi - ha sottolineato - c'è un gruppo di donne che potrà utilizzare la possibilità del part-time».
Ci sono cioè, ha proseguito il ministro, «tutta una serie di scaglioni, figli di norme sul pensionamento, per cui si producono scatti che hanno l'effetto di limitare tale possibilità del part-time per alcune fasce».
Sul rischio esclusione delle donne sono intervenuti i sindacati. Il decreto legge sul part time in uscita merita un voto «insufficiente», secondo il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, perché «discrimina le donne». «Questo è un rischio che potremmo risolvere se applicassimo il codice per le pari opportunità perché non ci può essere differenza tra uomini e donne nell'accesso a benefici», afferma il leader sindacale a margine di un convegno dell'Ada-Associazione per i diritti degli anziani.
Anche la Cgil chiede al governo di correggere il decreto «per evitare disparità di genere». Lo dice il segretario confederale del sindacato Vera Lamonica spiegando che quello firmato nei giorni scorsi in applicazione della legge di Stabilità è un provvedimento «limitato» che rischia di riguardare solo poche grandi aziende. «Il governo verifichi - sottolinea - se il decreto su part-time agevolato verso la pensione può essere corretto per cancellare la disparità di genere che in esso è contenuta. Sul decreto attuativo della norma contenuta in legge di Stabilità, c'è troppa enfasi, trattandosi di un provvedimento limitato nelle risorse che riguarderà alcune migliaia di persone, soprattutto dipendenti di grandi imprese. Purtroppo - conclude - avrà poco a che vedere sia con l'occupazione giovanile, che col tema della flessibilità in uscita che rimane tutto da affrontare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero