Pensioni, bocciato lo stop agli aumenti: buco da 5 miliardi, tesoretto a rischio

Pensioni, bocciato lo stop agli aumenti: buco da 5 miliardi, tesoretto a rischio
Una buona notizia per i pensionati, una bomba per le casse dello Stato. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la mancata rivalutazione delle pensioni al di sopra di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una buona notizia per i pensionati, una bomba per le casse dello Stato. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la mancata rivalutazione delle pensioni al di sopra di tre volte il trattamento minimo Inps, per gli anni 2012 e 2013.




Una misura decisa dal governo Monti, sull'onda dell'emergenza, che ha assicurato allo Stato un risparmio di spesa di almeno 3,1 miliardi l'anno a regime. Nel dettaglio, si prevedeva che l'adeguamento all'inflazione (rispettivamente del 2,7 per cento per il primo anno e del 3 per cento per il secondo) fosse riconosciuto solo ai trattamenti non superiori a tre volte il trattamento minimo (quindi non superiori a 1.400 euro mensili lorde dell'epoca).



I giudici costituzionali (la sentenza è stata redatta da Silvana Sciarra), rispondevano alla Corte dei Conti ed al tribunale di Palermo, a seguito dell'azione di un pensionato rappresentato dagli avvocati Riccardo Troiano e Alessia Ciranna dello studio Orrick. Pronunciandosi, hanno in sostanza stabilito che lo Stato può applicare in modo limitato la rivalutazione dei trattamenti pensionistici, ma lo deve fare secondo seguendo alcuni criteri e bilanciando le esigenze dei conti pubblici con quelli dei pensionati. Gli interventi non devono essere ripetuti nel tempo, devono essere ragionevoli ed adeguatamente motivati. La Corte aveva già dato un avvertimento in questo senso con precedenti sentenze: le norme contenute nel cosiddetto decreto salva-Italia sono invece “incisive”, toccando gli interi trattamenti al di sopra della soglia (non solo le relative fasce di reddito) e non appaiono nemmeno sufficientemente motivati: si parla genericamente di “contingente situazione finanziaria”.



In questo modo secondo la Corte vengono violati gli articoli 36 e 38 della Costituzione, in materia di proporzionalità e adeguatezza dei trattamenti. Toccherà ora al governo decidere in che forme ed in che tempi provvedere al rimborso degli aumenti non erogati ed al proporzionale incremento delle pensioni anche per gli anni futuri. Già fino ad oggi, includendo 2 miliardi circa per il 2012 e poi oltre 9 per i tre anni trascorsi si arriva ad un conto di oltre 10 miliardi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero