Pedaggi, i gestori delle autostrade attaccano: «Non si cambiano le regole i contratti vanno rispettati»

Andrea Camanzi, presidente Autorità di regolazione dei trasporti
Le società autostradali all'attacco delle nuove regole sui pedaggi varate dall'Autorità di regolazione dei trasporti. A riassumere le critiche è...

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Le società autostradali all'attacco delle nuove regole sui pedaggi varate dall'Autorità di regolazione dei trasporti. A riassumere le critiche è l'Aiscat, l'associazione che rappresenta venti aziende concessionarie: si consente una «revisione unilaterale del sistema tariffario per le concessioni in essere - afferma l'organizzazione dei gestori - in palese violazione delle norme nazionali ed europee in tema di contratti, certezza del diritto e legittimo affidamento». L'Aiscat rileva poi «vizi di incompatibilità costituzionale e comunitarie» e l'«incompetenza e carenza di potere» dell'autorità. Mentre Autostrade per l'Italia, la società più grande che gestisce oltre 3mila chilometri di tratte nella Penisola, ha deciso anche di impugnare la delibera davanti al Tar. La consultazione pubblica sulla rivoluzione tariffaria avviata dall'organismo di controllo guidato da Andrea Camanzi ha prodotto dunque un coro quasi unanime di critiche. Ma il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ribatte: «L'Authority dei Trasporti ha il mandato, per legge, di rivedere le concessioni delle autostrade in essere nel momento in cui si rinnovano i piani finanziari. Aiscat difende extraprofitti e privilegi gestori privati. Noi lavoriamo per l'interesse pubblico».


Nel mirino delle società autostradali c'è la delibera che consente di modificare le tariffe non solo per le nuove concessioni ma anche per quelle in vigore, introduce l'utilizzo per tutti del price cap (cioè di un tetto ai rialzi) e un nuovo meccanismo di penalità e premi per la qualità dei servizi. L'obiettivo è quello di arrivare a un unico modo per stabilire i pedaggi (attualmente basati invece su sei diversi criteri tariffari). Ma le concessionarie ovviamente temono di dover abbassare i prezzi dopo anni di continui aumenti e non ci stanno. Si tratta di una «revisione unilaterale» del sistema che viola le norme, sostiene l'Aiscat, che vede nelle nuove regole un altro «profilo di grave illegittimità» e accusa l'Autorità di aver «ecceduto i limiti dei propri poteri consultivi».

L'associazione dei gestori contesta quindi radicalmente la delibera e sceglie di non formulare alcuna proposta di integrazione o modifica. E le concessionarie si allineano quasi tutte: fatta eccezione per Strada dei Parchi, la società che gestisce la Roma-L'Aquila, e Concessioni autostradali lombarde (Cal), nei cui documenti non c'è critica alla delibera, tutte le altre la attaccano. Autostrade per l'Italia in particolare contesta «la legittimità del perimetro di applicazione del nuovo sistema tariffario», sottolineando la carenza di potere dell'autorità. Poi la società che fa capo alla famiglia Benetton ricorda che le sue tariffe sono già ampiamente sotto la media italiana ed europea.

Ora l'Autorità di regolazione dei trasporti esaminerà le osservazioni ricevute e il 28 giugno chiuderà la procedura emanando la delibera definitiva che sarà vincolante e fisserà le nuove regole per stabilire le tariffe. Poi toccherà al ministero dei Trasporti aggiornare i piani economico-finanziari delle concessioni - e quindi i pedaggi che gli automobilisti pagano al casello - in base alle nuove norme.

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Il Messaggero