(Teleborsa) - In un panorama monetario internazionale in cui le banche centrali delle grandi economie potrebbero emettere valute digitali (central bank digital currency, CBDC),...
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"In tale contesto, non emettere un euro digitale potrebbe minare il ruolo internazionale dell'euro e creare rischi aggiuntivi per la nostra sovranità - ha aggiunto - Non è questo uno scenario imminente, ma potrebbe materializzarsi in futuro se non iniziamo ad agire subito".
Secondo Panetta, in assenza di una iniziativa della BCE e dei legislatori europei, si assisterà anche a una crescente confusione in materia di moneta digitale. "Si pensi alle cripto-attività - ha spiegato - Le cripto-attività non garantite, ad esempio, non possono svolgere le funzioni della moneta. Non sono né stabili né scalabili. Le transazioni sono lente e costose. E in alcune forme costituiscono un pericolo per l'ambiente e per altri obiettivi della società europea. Le stablecoin, d'altro canto, sono esposte al rischio di "corse ai riscatti", come si è visto di recente con le stablecoin algoritmiche. In tale contesto, è essenziale che vengano colmate le eventuali lacune normative ancora esistenti nell'ecosistema delle cripto-attività".
"Per evitare confusione riguardo a cosa è (o cosa non è) una moneta digitale, occorre che la banca centrale ne emetta una propria, rispondendo alla domanda di digitalizzazione e fornendo un'àncora di stabilità al mondo della finanza digitale", ha puntualizzato l'economista e banchiere italiano.
Nelle sue conclusioni ha spiegato che la BCE è impegnata "nella progettazione di un euro digitale che consenta di utilizzare la moneta della banca centrale nei pagamenti digitali, fornendo ai cittadini europei uno strumento accessibile in tutta l'area dell'euro per effettuare i pagamenti di ogni giorno e sostenendo gli obiettivi della società europea", aggiungendo che "agli intermediari spetterà un ruolo fondamentale: la distribuzione dell'euro digitale". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero