Partita la corsa ai soldi del Recovery fund per svecchiare la Pubblica amministrazione, decentrare le assunzioni attraverso i nuovi poli territoriali avanzati, aumentare la quota...
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LE TAPPE
Lo smart working nel 2021 verrà esteso inoltre al 60 per cento degli statali grazie ai cosiddetti Pola, i Piani organizzativi del lavoro agile, che le amministrazioni pubbliche devono definire entro gennaio. Cambierà anche il sistema di misurazione delle performance: conteranno di più i risultati raggiunti dei cartellini timbrati. Ogni dipendente pubblico avrà infine cucito su di sé un fascicolo digitale sempre aggiornato, consultabile da tutte le amministrazioni pubbliche per efficientare la mobilità. Servono circa 35 miliardi di euro, stando alle richieste avanzate dal ministero della Funzione pubblica e del ministero dell’Innovazione, per innalzare il livello medio delle prestazioni della Pubblica amministrazione tricolore, tra i più bassi in Europa.Roma, tutti in ufficio i dipendenti del Comune per premi e straordinari: «Norme violate»
Il via allo smart working, rivoluzione necessaria. Ma indietro non si torna
«Oggi abbiamo poco più̀ del 2 per cento di dipendenti al di sotto dei 34 anni, per questo il rilancio del sistema di reclutamento, cambiandone sistemi e modalità, deve avere la priorità», ha spiegato la ministra Fabiana Dadone nel corso dell’audizione alla Camera sulle risorse in arrivo dall’Europa.
IL LAVORO AGILE
L’obiettivo è di estendere il lavoro agile al 60 per cento dei dipendenti pubblici: da metà settembre lo smart working nella Pa ha subìto un ridimensionamento, oggi solo il 50 per cento dei lavoratori che svolgono attività smartabili può rimanere a casa. Resta però da risolvere il problema delle pratiche lumaca, andato accentuandosi durante l’emergenza, quando il lavoro agile nella Pa ha toccato punte del 90 per cento in numerosi enti. A tale scopo il ministero della Funzione pubblica punta a innovare i sistemi di misurazione della performance, a partire dai Piani triennali delle azioni concrete per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, al fine di adattarli alle nuove modalità organizzative, valorizzando il lavoro per obiettivi. Per tenere sotto controllo gli statali verrà anche allestita una banca dati unica e condivisa, con tutte le competenze e i percorsi di formazione seguiti dai dipendenti pubblici. In pratica per ogni statale vi sarà un fascicolo digitale di riconoscimento sempre aggiornato e consultabile da tutte le amministrazioni pubbliche su richiesta. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero