Oro, impatto sui prezzi da occupati e produzione USA. Cosa farà la Fed?

Oro, impatto sui prezzi da occupati e produzione USA. Cosa farà la Fed?
(Teleborsa) - La lettura chiave dei posti di lavoro negli Stati Uniti, migliore delle aspettative, e il rimbalzo della produzione manifatturiera americana rilevato dall'indice...

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(Teleborsa) - La lettura chiave dei posti di lavoro negli Stati Uniti, migliore delle aspettative, e il rimbalzo della produzione manifatturiera americana rilevato dall'indice ISM, fanno passare in secondo piano il contesto di "risk off" per i timori di crescita globale che di consueto favorisce le quotazioni dell'oro, considerato porto sicuro dagli investitori.


I prezzi del metallo giallo, pur restando superiori alla soglia psicologica di 1.300 dollari l'oncia, raggiunta di recente, hanno registrato una flessione fino al minimo intraday di 1.315,9 dollari l'oncia sulla scia dei dati sui nuovi occupati USA, assai superiori alle attese di consensus, nel mese di gennaio. Lo shutdown, il più lungo della storia americana, non sembra dunque aver avuto un impatto sulla crescita dei posti di lavoro.

I NUMERI
Nel mese in esame sono state avviate 304 mila nuove buste paga nei settori non agricoli (non-farm payrolls) rispetto alle 222 mila riviste di dicembre (312 mila preliminari), quasi il doppio stimato dagli analisti che indicavano un livello a 165 mila unità. Il tasso di disoccupazione seppur salito dal 4% al 3,9% si conferma comunque ai minimi da quasi cinquant'anni.

LA CORRELAZIONE ORO-MERCATO LAVORO USA
L'andamento del mercato del lavoro americano è uno degli aspetti monitorati dalla Federal Reserve, la banca centrale americana, per elaborare le decisioni di politica monetaria. La forza dell'occupazione incrementa la possibilità di rialzi dei tassi che rendono meno conveniente l'investimento in oro.

Cosa farà la Fed?
Un dato che si scontra con l'atteggiamento da "colomba" adottato, nei giorni scorsi, dall'istituto guidato da Jerome Powell che ha lasciato invariati i tassi di interesse, prevedendo una crescita a stelle e strisce più debole nel 2019 rispetto all'anno passato. Una posizione che di fatto esprime prudenza sulla prospettiva di nuove mosse restrittive. .


Va detto, tuttavia, che in un certo senso, il report sull'occupazione americana non cambia molto sotto il profilo Fed, poiché all'interno del board si aspettavano che il mercato del lavoro fosse solido. La crescita invariata, poi, dei salari, potrebbe rafforzare la visione dei banchieri centrali che la "pazienza" è necessaria a causa dei "sordi" segnali dell'inflazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero