L'oro di Bankitalia torna nel mirino della maggioranza. M5S e Lega hanno presentato una mozione in Senato per chiedere al governo di dire una parola definitiva sulla...
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Bankitalia, Visco: "Risultato superiore al 2017". Utile balza a 6,24 miliardi
Ad intestarsi la battaglia per rivendicare agli italiani la proprietà giuridica di oltre 90 miliardi di euro in lingotti di Via Nazionale era stata nelle scorse settimane la Lega ma poi gli interventi di Ignazio Visco e del presidente dell'Eurotower Mario Draghi sembravano aver chiarito l'inesistenza di margini di manovra. Nessuno dei partecipanti al capitale di Banca d'Italia, ha infatti ribadito il primo, può vantare diritti sulle riserve auree e valutarie dell'Istituto ed è compito dell'Eurosistema, ha chiosato nei giorni scorsi il numero uno della Bce, «detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri».
Anche il premier Giuseppe Conte ha già avuto modo di sottolineare, tra l'altro proprio in Senato, come la proprietà delle riserve auree sia di Bankitalia e come ciò sia necessario per tutelare «la moneta». Così come è da ritenersi escluso, sempre secondo il presidente del Consiglio, che Bankitalia possa finanziare lo Stato. E pur sottolineando l'autonomia legislativa in capo al governo, nella stessa occasione, Conte ha ricordato la necessità di rispettare le regole europee. Al momento sono tre le mozioni che si confronteranno in Aula la prossima settimana. Oltre a quella della maggioranza, anche Fratelli d'Italia (che rivendica la primogenitura) ha presentato un testo dove però, a differenza di Lega e M5S, chiede che si approvi una norma per avocare allo Stato la proprietà delle riserve: «finalmente!L'oro è della patria», ribadisce Giorgia Meloni. Di segno contrario l'iniziativa del Partito democratico, che punta a salvaguardare l'indipendenza di Bankitalia e ad escludere che l'oro possa essere utilizzato per finanziare qualsiasi tipo intervento, fosse pure la riduzione del debito.
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Il Messaggero