Ocse, crescita perde slancio a giugno

Ocse, crescita perde slancio a giugno
(Teleborsa) - Si deteriora leggermente lo stato di salute delle economie dei Paesi dell'area OCSE. Lo confermano gli indicatori anticipatori della congiuntura, compresi nel...

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(Teleborsa) - Si deteriora leggermente lo stato di salute delle economie dei Paesi dell'area OCSE. Lo confermano gli indicatori anticipatori della congiuntura, compresi nel leading indicator, pubblicati dall'Organizzazione, che mostrano la perdita di slancio della crescita a causa dell'alta inflazione.


Per il mese di maggio, il superindice che anticipa di 6-9 mesi le tendenze economiche future, si è attestato a quota 99,5 rispetto ai 99,7 punti del mese precedente. Cala anche l'indicatore dell'Eurozona a 99,3 punti da 99,5 precedente. Tra i paesi membri, in Francia l'indice scende a 98,5 da 98,7 punti, mentre in Germania si attesta a 99,5 da 99,8. In Italia, il leading indicator scende a 99 da 99,3 punti.

L'indicatore economico anticipatore del Giappone è fermo a 100,6 punti, quello degli Stati Uniti lima a 99,4 a 99,5 e quello della Gran Bretagna scende a 98,6 punti da 98,9."Tra le grandi economie dell'Ocse - spiega l'organizzazione - il superindice per gli Stati Uniti ora segnala una perdita di slancio della crescita, un cambiamento rispetto all'indicazione di crescita stabile del mese scorso. Nel Regno Unito, in Canada e nell'area dell'euro nel suo insieme, comprese Germania, Francia e Italia, il superindice continua ad anticipare una perdita di slancio della crescita, trascinata al ribasso dall'inflazione elevata, dalla bassa fiducia dei consumatori e dal calo dei corsi azionari. In Giappone, il superindice continua a puntare su una crescita stabile".


"Tra le principali economie dei mercati emergenti - prosegue l'Ocse - la crescita dovrebbe perdere slancio in Cina (settore industriale) e rallentare in Brasile. In India, il superindice punta a una crescita stabile". "Le continue incertezze legate alla guerra in Ucraina e al Covid-19 - conclude l'Ocse - si traducono in fluttuazioni più elevate del solito nelle componenti del superindice. Di conseguenza, gli indicatori dovrebbero essere interpretati con attenzione e la loro entità dovrebbe essere considerata un'indicazione della forza del segnale piuttosto che una misura della crescita dell'attività economica".

(Foto: © gilc | 123RF) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero