(Teleborsa) - L'emissione di obbligazioni ESG-linked ha rappresentato circa un quarto di tutte le emissioni di obbligazioni di società non finanziarie europee lo scorso anno,...
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"Le emissioni di obbligazioni ESG-linked sono aumentate a livello globale, soprattutto in Europa e in Asia, con quest'ultima che probabilmente supererà l'Europa in volume assoluto nel 2022", ha commentato Eugenio Piliego, analista dell'agenzia di rating. In Europa, nei prossimi trimestri la crescita degli ESG-linked bond dovrebbe rallentare. "Lo slancio delle emissioni indicizzate ESG è stato visibile nella crescita trimestrale nei primi nove mesi dell'anno, stabilizzandosi nel quarto trimestre, una tendenza che suggerisce che le obbligazioni ESG-linked potrebbero stabilizzarsi a circa un terzo del totale emissione di quest'anno", ha aggiunto Piliego.
Le società dei settori utilities e real estate hanno continuato a essere gli emittenti più attivi di obbligazioni ESG nel 2021 in termini di volume con il 56% del totale, sostanzialmente in linea con lo scorso anno, ma nettamente al di sotto dei livelli pre-2019. Le utility hanno dominato le emissioni ESG (con il 33% del totale), ma le società immobiliari stanno recuperando terreno (24% del totale del 2021). Enel (10,1 miliardi di euro), Teva Pharmaceuticals (4,3 miliardi di euro), Electricité de France (3,1 milioni di euro) e ASTM (3 miliardi di euro) sono stati i principali emittenti europei dello scorso anno.
Tra le società non finanziarie europee, le società svedesi e francesi hanno dominato il settore fino al 2020. La Francia rimane il paese con i maggiori volumi collocamenti, ma la Svezia si distingue per la varietà di società che emettono obbligazioni ESG-linked, con oltre 80 aziende diverse che rappresentano quasi il 20% del totale degli emittenti europei di tali strumenti. "Tuttavia, lo scorso anno lo spread geografico del mercato delle obbligazioni societarie indicizzate si è ampliato, con una notevole crescita delle emissioni societarie italiane e britanniche", si legge nel rapporto di Scope Ratings. Le emissioni britanniche hanno rispecchiato l'attività di diversi emittenti, mentre i volumi italiani sono stati guidati da Enel e da un numero minore di altri grandi emittenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero