NPL, Sabatini (ABI): incremento a causa del Covid ma sotto controllo, ok a bad bank pubblica

NPL, Sabatini (ABI): incremento a causa del Covid ma sotto controllo, ok a bad bank pubblica
(Teleborsa) - Ci sarà un incremento dei crediti deteriorati a causa del Coronavirus ma non un esplosione. Ad assicurarlo è Giovanni Sabatini, direttore generale di Abi, che...

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(Teleborsa) - Ci sarà un incremento dei crediti deteriorati a causa del Coronavirus ma non un esplosione. Ad assicurarlo è Giovanni Sabatini, direttore generale di Abi, che questa mattina è stato ricevuto in audizione presso la commissione Finanze del Senato, che difende l'operato delle banche italiane in merito – "hanno fatto uno sforzo enorme" – ma informa che non si è ancora scesi sotto la fissata dall'EBA al 5%.


"Dati ufficiali non sono ancora disponibili. In questa fase il trend di riduzione delle sofferenze sta ancora proseguendo, anche se non alla velocitò dei mesi precedenti. Questo anche per effetto di misure come le moratorie e i prestiti garantiti – ha detto il direttore generale –Non dovrebbero esserci esplosioni dei crediti deteriorati, come alcuni analisti prefigurano. Anzi, potrebbero essere inferiori a quanto osservato nella grande crisi finanziaria anche perché é migliorata la capacità di gestione delle banche".

Sabatini ha poi dichiarato che "la Commissione europea sta definendo un piano d'azione per prevenirne l'accumulo" che prevede di delineare "un quadro normativo per armonizzare le società di gestione dei crediti deteriorati, sviluppare il mercato secondario dei crediti deteriorati e definire ulteriori azioni per ridurre i tempi della giustizia civile". Per il dg di ABI, infatti, "è necessaria una risposta coordinata a livello europeo" e bacchetta il Parlamento italiano sui disegni di legge presentati: "vanno in direzione opposta".


Giovanni Sabatini si è detto favorevole a una "bad bank" pubblica per gestire gli NPL – "sicuramente uno strumento importante" – ma guarda sempre all'Europa. "In una logica di unione bancaria – ha sottolineato il dg nel corso della sua audizione – una 'asset management company' comune avrebbe molto senso, anche se avrebbe tempi molto lunghi e sarebbe un processo molto complesso. Quello verso cui si sta andando è un quadro legislativo europeo che disciplina le attività delle singole asset management company nazionali: questo è sicuramente un passo avanti". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero