Coronavirus, impatta anche sulle nomine: nelle partecipate pubbliche 500 poltrone da rinnovare

Roberto Gualtieri
Partirà in primavera il valzer delle poltrone delle partecipate del ministero dell'Economia, un importante test per la maggioranza al Governo, attualmente impegnata...

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Partirà in primavera il valzer delle poltrone delle partecipate del ministero dell'Economia, un importante test per la maggioranza al Governo, attualmente impegnata nella gestione di un difficile momento storico, a causa dell'emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. Da Eni a Leonardo saranno oltre un centinaio le società partecipate direttamente o indirettamente dallo Stato che rinnoveranno gli organi sociali - cda e collegi sindacali - per un totale di oltre 500 poltrone da ricoprire. Destano particolare interesse le cariche di vertice - amministratore delegato e presidente - soprattutto per le società quotate. Un tema "caldo" da diverse settimane.


Il coronavirus pare abbia contagiato anche la girandola delle nomine, perché per le quotate sembrerebbe che si vada verso la riconferma degli attuali capiazienda che nella maggior parte dei casi hanno lavorato bene per le loro aziende: Claudio Descalzi al timone dell'Eni, Francesco Starace alla guida dell'Enel, Matteo Del Fante in Poste Italiane e Luigi Ferraris di Terna. Anche per Leonardo (ex Finmeccanica), dove la partita è ancora aperta - sembra quasi scontata la riconferma di Alessandro Profumo. 

Quanto a Banca Mps, controllata dal Tesoro con una partecipazione del 68,247% del capitale, la partita delle nomine assume connotati particolari, giacché la banca senese è giunta all'ultimo stadio del risanamento e fra le candidate più appetibili nel risiko bancario. A Rocca Salimberi, dopo il passo indietro di Marco Morelli, è scattata la ricerca del nuovo Ad: fra i più recenti l'ex di Unicredit Roberto Nicastro, che va ad aggiungersi alla rosa dei papabili dove compaiono anche l'ex di Carige Fabio Innocenzi, l'ex di CreVal Mauro Selvetti e la numero uno di Amco Marina Natale, ma si guarda anche all'Ad uscente di Cattolica Alberto Minali e altri manager, fra cui Fabio Gallia (Cdp) e Francesco Caio (oggi in Saipem).

Questione diversa per la nomina dei presidenti e dei csa. A rappresentare l'Eni al posto di Emma Marcegaglia potrebbe arrivare, da Leonardo, Gianni De Gennaro o addirittura Franco Bernabè. In Leonardo invece il nome attualmente più accreditato è squisitamente politico, si parla con una certa insistenza di Elisabetta Belloni, Segretario Generale della Farnesina. E vediamo cosa succederà più in generale negli organi sociali delle principali società partecipate.

Secondo un'analisi del centro studi CoMar, sono 76 le Società partecipate dal ministero Economia e Finanze coinvolte dal rinnovo, tutte in primavera, in occasione delle assemblee per l'approvazione dei bilanci ed degli organi sociali. Si tratta di Società di assoluto rilievo per l'economia italiana, molte anche quotate in Borsa. Fra le società di spicco Anas, Banca Mps, Cdp Reti (quale Capogruppo con partecipazioni in Snam, Italgas e Terna), Consip, Enav, Enel , Eni, Fincantieri, Fintecna, Gse (Acquirente Unico), Invitalia e Banca del Mezzogiorno, Ipzs, Leonardo, Poste Italiane, Rai Way, Rfi, Sia, Sace, Sogin, Terna, Trenitalia. Fra le maggiori società direttamente partecipate dal Mef, vi sono almeno 11 società quotate ed altre 3 presenti in Borsa che sono coinvolte con le capogruppo Cdp o Rai.

Rappresentati i principali settori dell'economia - dai trasporti all'energia - ma la parte da leone la fa il comparto energetico, con gli organi di ben 9 SpA quotate in via di rinnovo. Per queste società dell'energia, sono interessati 14 Organi sociali (8 Consigli di amministrazione – Commissari e 6 Collegi Sindacali), con 77 componenti uscenti (43 Consiglieri e 34 Sindaci).

Guardando solo alle prime 15 società controllate dell'industria e dei servizi, con esclusione quindi di banche ed assicurazioni - analizzate da CoMar su dati aggregati al 31 dicembre 2018 - emerge un grande impatto sull'economia nazionale: un fatturato oltre 221,7 miliardi di euro, un margine operativo netto superiore a 25,1 miliardi di euro, per un totale di 381.927 dipendenti.

Per le nomine uno dei criteri essenziali da rispettare è l'equilibrio di genere, giacché l'ultima Legge di Bilancio ha rafforzato le cosiddette "quote rosa" prevedendo una rappresentanza di almeno due quinti dei Consiglieri d'Amministrazione e dei Sindaci.


Attualmente, su 506 cariche in scadenza, le donne sono 178, pari al 35,2% complessivo. Una percentuale che sale per le società energetiche, che si classificano come le più "rosa" delle partecipate statali, con il 36,3% di rappresentanza femminile. Da segnalare che nei collegi sindacali la percentuale delle donne presenti sale al 40,7%.


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Il Messaggero