(Teleborsa) - Il debito pubblico tornerà sotto il 130% del Pil – cioè ai livelli precedenti alla crisi da Coronavirus – alla fine del decennio. È quanto dichiarato dal...
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Il titolare del ministero di via XX settembre, citando le cifre che verranno espresse nella Nadef, ha sottolineato come il debito quest'anno salirà fino al 158%, mentre il prossimo anno anno le attese sono per una discesa al 155,8%.
"Prevediamo però con le misure di bilancio e col Recovery Plan, che saranno espansive, un deficit programmatico al 7% nel 2021, invece del 5,7%, al 4,7% nel 2022 invece che al 4,1% tendenziale, mentre contiamo di ridurlo al 3% programmatico nel 2023 rispetto al 3,4% tendenziale".
"Il combinato disposto di questa strategia di bilancio programmatica e delle risorse aggiuntive del Recovery Plan – ha spiegato il ministro Gualtieri – porta ad un sentiero graduale di riduzione del debito che potrà ritornare ai livelli inferiori a quelli pre-covid, sotto il 130%, alla fine del decennio". E ha concluso: "È una strategia di riduzione del debito credibile e con una sufficiente gradualità dal renderla coerente con una prospettiva di crescita".
Per quanto riguarda il Pil oltre al rimbalzo del 6% previsto nel 2021, il ministro ha annunciato che la Nota di aggiornamento del Def prevede una crescita del 3,8% nel 2022 e del 2,5% nel 2023. "Sulle stime sulla crescita programmatica – ha aggiunto Gualtieri – che facciamo in modo sempre prudente perché preferiamo essere smentiti positivamente dai dati effettivi, prevediamo una crescita programmatica superiore a quella tendenziale".
Il ministro ha parlato anche delle riforme "di supporto" al piano italiano, in tal senso Gualtieri ha posto l'attenzione su quella del fisco: "si caratterizzerà principalmente per il taglio cuneo fiscale sul lavoro, la revisione complessiva della tassazione verso una maggiore equità, la lotta all'evasione e la revisione del sistema degli incentivi ambientali, di quelli per il sostegno delle famiglie e alla genitorialità e per la partecipazione al mercato del lavoro.".
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Il Messaggero