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La situazione economica e di finanza pubblica «è più delicata di quanto prefigurato in primavera». Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nella premessa alla Nadef.
«In una situazione in cui la finanza pubblica è gravata dall'onere degli incentivi edilizi, dal rialzo dei tassi e dal rallentamento del ciclo economico internazionale, è necessario fare scelte difficili».
Nadef, l'inervento di Giorgetti
Il governo ha scelto di affrontare «i problemi più impellenti - inflazione, povertà energetica e alimentare, decrescita demografica - promuovendo al contempo gli investimenti, l'innovazione, la crescita sostenibile e la capacità di reagire dell'economia».
La relazione
Lo spazio in deficit ricavato nel 2024 per la manovra è di 15,7 miliardi, si legge invece nella relazione al Parlamento sulla Nadef. «Nel 2024 e 2025, le risorse saranno utilizzate, nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio, per il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024 e l'attuazione della prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, la prosecuzione dei rinnovi contrattuali» della Pa «con particolare riferimento alla sanità, il potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti del PNRR, nonché il finanziamento delle politiche invariate».
Dismissioni
Per garantire la sostenibilità del debito e «coerentemente con una gestione più dinamica delle partecipazioni pubbliche, il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l'1 per cento del Pil» nel 2024-2026, scrive Giorgetti in premessa alla Nadef. Si tratterà di «dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un'opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico».
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