(Teleborsa) - L'impennata del BTP attorno al 3% sulla scia del trend dei rendimenti dei bond a livello internazionale e l'aumento dello Spread sino a quasi 200 punti non lascia...
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E' quanto emerge da una analisi del Centro Ricerca e Studi di Alma Laboris Business School, società specializzata in Master e Corsi di Alta Formazione e specializzazione per professionisti, che ha messo a confronto i tassi fissi sui mutui praticati nel nostro paese nel periodo gennaio/maggio 2022.
Dall'analisi emerge che l'impennata dei tassi si riflette sulle spese a carico di chi oggi accende un finanziamento per l'acquisto della prima casa, in particolare sul tasso Eurirs cui vengono agganciati i tassi dei mutui praticati dalle banche secondo un determinato spread.
L'Eurirs a 20 anni, ossia l'indice di riferimento per i mutui a tasso fisso, ha registrato una forte crescita nelle ultime settimane, aumentando di oltre 1,30 punti in appena 4 mesi (1,20 punti l'Irs a 25 anni e 1,08 quello a 30 anni). Un incremento che si riflette in modo diretto sulla rata del mutuo che può rincarare anche di 50 euro. Se l'IRS è aumentato dall'1% all'1,3%, l'aumento del tasso praticato a chi chiede un mutuo oscillerebbe fra lo 0,8% e l'1% per un mutuo di circa 100mila euro.
La rata mensile sale così in appena 4 mesi di circa 38 euro per un mutuo a 20 anni, di oltre 40 euro per un mutuo a 25 anni e di 49 euro per un mutuo a 30 anni. Su base annua l'impennata dei tassi si traduce in un aggravio di spesa che arriva a sfiorare i 590 euro nel caso di mutuo a 30 anni rispetto allo stesso prestito richiesto a gennaio. Considerata la totalità delle rate, e al netto di spese bancarie, perizie e altri costi legati ai finanziamenti, un mutuo a tasso fisso a 20 anni costa oggi 9.099 euro in più rispetto a inizio anno, +12.107 euro un mutuo a 25 anni, e +17.640 euro quello a 30 anni.
"Per il tasso variabile, invece, la situazione risulta stazionaria", Dario Numeroso, amministratore di Alma Laboris Business School, ricordando che questa tipologia di mutuo oggi incontra il favore delle famiglie perchè "consente risparmi non indifferenti sulla rata mensile rispetto al tasso fisso" ed offre anche "la possibilità di ricorrere alla surroga e, in caso di rialzi dei tassi variabili, passare al tasso fisso in un successivo momento del finanziamento".
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Il Messaggero