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Minore credito e a costi sempre più elevati. Nei primi sette mesi del 2022, i finanziamenti delle banche alle famiglie e alle imprese sono aumentati in media dello 0,4%, a un ritmo più basso rispetto alla media degli ultimi cinque anni e pari all’1,2%. Per i mutui ipotecari, il freno nella crescita è stato ancora più significativo perché, mentre il ritmo di crescita dal 2018 è stato, in media, del 4,6%, nel corso di quest'anno i tanti fattori di incertezza hanno cambiato il clima di fiducia di tutti i prenditori di prestiti. Gli interessi sui mutui ipotecari avevano già superato il 4% con il costo del denaro all’1,25% e, con il nuovo rialzo al 2% appena deciso dalla Banca centrale europea, è possibile immaginare che venga sforata la soglia del 5%. E' quanto rivela uno studio della Fabi, il maggiore dei sindacati bancari guidato da Lando Sileoni.
Dopo neanche due mesi dalla prima mossa della Bce di aumento dei tassi dello 0,75%, e in uno stato di vulnerabilità economica ormai diffusa, la rapidità con cui si sta realizzando il piano record dei tassi dell’Eurotower comincia, dunque, a generare un clima di sfiducia, con forti implicazioni sociali e finanziarie per famiglie e imprese. Se, infatti, la tradizionale cautela degli italiani nel ricorrere al credito bancario ha lasciato spazio negli ultimi anni a un maggiore interesse ad indebitarsi, con la complicità di tassi favorevoli e agevolazioni fiscali, i dati sui prestiti di fine estate rappresentano un segnale di discontinuità e di preoccupazione perché subiscono i primi effetti del rincaro dei tassi europei e, soprattutto, i timori per quelli che ancora dovranno realizzarsi. Dai tassi per le nuove erogazioni, che potrebbero sforare il tetto del 5% già nei prossimi mesi, all’aumento dello spread che incombe sui prestiti già concessi a tasso variabile, il nuovo scenario finanziario che si profila per le famiglie e imprese italiane, è sempre più buio.
«La Bce, per contenere l’inflazione vicina al 12%, ha deciso di alzare il costo del denaro fino al 2%, ma non è detto che raggiunga l’obiettivo. L’Eurotower alza i tassi e le banche si adeguano, ci guadagneranno insieme a propri azionisti. Conseguentemente alla decisione della Bce, i tassi di interessi sui mutui potrebbero superare il 5%. Il governo sta per intervenire sulle bollette, ma il positivo intervento del governo corre il rischio di essere in parte annullato dall’aumento dei tassi sui mutui e prestiti. Da una parte, insomma, il governo cercherà di diminuire i disagi degli italiani, ma dall’altra aumenteranno i tassi sui prestiti e mutui. C’è poi un problema giovani: devono essere prorogate le agevolazioni fiscali azzerando ogni tipo di imposta e potenziando il Fondo di garanzia per i mutui dei giovani, grazie al quale lo Stato fa da garanzia alle banche. Inoltre, il governo, che dovrebbe aiutare i giovani a comprare casa, e la Banca d’Italia potrebbero vigilare sulle banche, anche in una situazione di libero mercato come la nostra, affinché non si inneschi una eccessiva competizione fra banche per chi riesce a guadare di più rispetto al rialzo dei tassi di mutui e prestiti. In un momento di pesante crisi come questa le banche devono svolgere il proprio ruolo sociale fino in fondo sostenendo famiglie e imprese» dichiara il leader della Fabi, Sileoni.
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Il Messaggero