MILANO L'ultima spiaggia per Montepaschi resta la soluzione di mercato da fare subito attraverso un percorso quasi ardito che coinvolge i possessori di bond retail. E' la...
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Per evitare il traumatico bail-in con tutte le ricadute negative sul Paese anche in termini reputazionali, e approfittando della lungaggine procedurale della Vigilanza europea nel formalizzare la decisione di rifiuto a rinviare la ricapitalizzazione, Mps tenta il blitz rilanciando il piano A, leggermento corretto: un collocamento-lampo la prossima settimana a condizione che Consob riapra la liability management exercise (lme), cioè la conversione volontaria dei 2,4 miliardi circa di bond piazzati nel 2008 al retail.
Si chiude così una giornata convulsa, iniziata in mattinata a via XX Settembre con un vertice tra Pier Carlo Padoan, Fabrizio Pagani, i tecnici del ministero, gli uomini Bankitalia, Alessandro Falciai e Marco Morelli per discutere del decreto d'urgenza che il governo avrebbe dovuto varare nel week end, per mettere in sicurezza Mps, visto che il Supervisory board ha respinto la proroga di spostare l'aumento di capitale sul mercato entro il 20 gennaio. Naturalmente il no ufficioso di Francoforte e le incertezze sul futuro, hanno fatto sprofondare il titolo che ha chiuso a 19,50 euro, in calo del 10,55% con un valore diluitosi a 571 milioni.
«Questa banca la salviamo sicuramente», ha detto Falciai ieri sera uscendo dal consiglio durato poco più di quattro ore, svoltosi a Milano ma al quale Morelli ha preso parte in video conferenza da Roma. «Non sono affatto preoccupato» aveva detto l'imprenditore-ingegnere divenuto presidente due settimane fa. Il cda «non ha ricevuto alcuna comunicazione» sulla «richiesta di proroga dei termini di effettuazione dell'operazione inoltrata mercoledì 7», e pertanto «prosegue le attività propedeutiche al completamento della suddetta operazione» si legge nella nota.
LA REAZIONE ALLA BEFFA
La carta in extremis viene giocata dopo che da Francoforte arriva la comunicazione ai vertici che la lettera ufficiale con il no verrà recapitata lunedì o martedì. Una beffa difronte alla quale reagire. Bce nega la proroga ma resta sempre valida la possibilità di effettuare l'operazione privata entro il 31 dicembre. Ed è quello che Morelli vuol tentare. Ha studiato il piano con gli advisor di Lazard, JpMorgan, Mediobanca e dei legali di Bonelli Erede, presenti al board. Il piano ricalca l'operazione Eurobank fatta nell'autunno 2015 in Grecia con Mediobanca in veste di cabina di regia.
Il presupposto del piano di Mps è che la Consob dia nelle prossime ore il disco verde ad allargare la conversione volontaria alle 40 mila famiglie che otto anni fa sottoscrissero il bond nell'operazione-Antonveneta. Se la Commissione non dovesse obiettare nulla, martedì potrebbe partire il collocamento lampo sul mercato. Nelle ultime ore JpMorgan avrebbe sondato il fondo del Qatar raccogliendo la disponibilità a investire il miliardo promesso. Poi ci sarebbero i bondholders istituzionali che hanno aderito alla conversione per 1,028 miliardi e l'aspettativa che 1-1,5 miliardi rivengano dalle famiglie che trasformano le loro obbligazioni. Il residuo che potrebbe essere inferiore a 2 miliardi verrebbe collocato sul mercato dal pool di banche entro venerdì prossimo. Ieri sera prima delle 22 ci sarebbe stata una call tra le otto banche che dovrebbero costituire solo un consorzio di collocamento.
Le somme saranno tirate domani alle 16 quando dovrebbe riunirsi daccapo il cda per far partire l'operazione.
Il Messaggero