Mes, Bankitalia: un italiano alla presidenza

Mes, Bankitalia: un italiano alla presidenza
Bankitalia rilancia sul Meccanismo europeo di stabilità e prova a placare le polemiche degli ultimi giorni con una proposta: avanzare la candidatura di un italiano per la...

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Bankitalia rilancia sul Meccanismo europeo di stabilità e prova a placare le polemiche degli ultimi giorni con una proposta: avanzare la candidatura di un italiano per la presidenza del fondo salva-Stati, attualmente guidato dal tedesco Klaus Regling, in scadenza tra due anni. L'idea arriva dal direttore generale di Via Nazionale, Fabio Panetta, convinto che tutto il rumore sollevato intorno al Mes sia stato davvero per nulla, ma che «per essere certi che non ci sia un abuso del meccanismo» si potrebbe candidare un «valente» ex ministro o una personalità italiana di alto livello.


Panetta parla di «un'agitazione» difficile da capire intorno alla riforma del fondo, nata per motivi «meta-economici» più che concreti, e assicura che per l'Italia è al riparo da ogni spiacevole conseguenza. «Un Paese - dice - entra in condizione di sofferenza e di crisi quando non riesce più a finanziarsi sul mercato, come la Grecia. L'Italia questo problema non ce l'ha. Poi può succedere di tutto, ma preoccuparci oggi come se dovessimo ricorrere al Mes non sta né in cielo né in terra». A difendere il meccanismo e i cambiamenti ancora in corso di discussione in Europa (l'approvazione è attesa a dicembre) è di nuovo anche il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri: «alla fine si dimostrerà che è solo una tempesta in un bicchier d'acqua, Salvini - ha scandito il ministro alla Festa del Foglio
- si commenta da solo e dimostra che quelli che avevano creduto frettolosamente a una sua conversione pragmatica e europeista si erano sbagliati». Gualtieri insiste: «noi usciamo vincenti da questo negoziato e se la prendono con la cosa che è andata bene».

Il timore è che però alla lunga la polemica possa pesare sulla reputazione dell'Italia e ad esplicitarlo è stato Paolo
Gentiloni, pronto anche a giudicare «accettabile» l'operato del governo Lega-M5S pur di non dare ulteriormente spago agli attacchi: «Dovremmo smetterla di farci del male da soli perché poi ci sono conseguenze sui mercati», avverte il commissario europeo.


Ma Salvini non sembra affatto intenzionato a mollare la presa e torna a rivolgersi direttamente al presidente del Consiglio: «Se Giuseppi sei collegato, basta che tu dica "No, non firmerò mai questo trattato, non avrà mai il mio sostegno e dell'Italia". Basta, fine e la smettiamo qua. Invece il silenzio dei colpevoli, non degli innocenti, qualcuno che ha la coscienza sporca».

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Il Messaggero