ROMA - Come da copione la benedizione del premier Matteo Renzi è arrivata. In una conferenza stampa a Palazzo Chigi il premier ha spiegato come i piani del governo:...
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Il progetto dell’ad, Francesco Starace, partirà con Vodafone e Wind, presenti in conferenza stampa. Grande assente della giornata, invece, Telecom che da anni lavora a un piano banda larga, fino all’armadietto della strada in questo caso (Fttc), che dovrebbe raggiungere l’84% della popolazione entro il 2018. I sindacati parlano di un rischio esuberi fino a 15.000 persone per Telecom, con il piano Enel appoggiato dal governo.
Su questo è tema è intervenuto anche l’azionista Vivendi (24,9%). Il gruppo «è in Italia per sviluppare e investire nel lungo periodo e non per ridurre gli organici», ha scritto nero su bianco il gruppo di Vincent Bollorè. E questo conta. Ma se sarà costretto, chissà.
A parte questo, in realtà sono ancora molti i nodi da sciogliere sul tavolo. 1) La fibra Enel superveloce fino a casa farà anche risparmiare i clienti? Dipenderà dai prezzi di Enel agli operatori, ancora non noti però.
2) Entrerà nella partita anche Metroweb, controllata dalla Cdp attraverso F2i? «Stiamo trattando», ha risposto Starace. Ma se così fosse sarebbe un problema non da poco per Telecom che punta da parte sua a un asse con la società che ha cablato Milano, Torino, Genova e Bologna.
Telecom, appunto, questo è l’altro punto da chiarire. 3) Possibile che il piano Renzi-Enel lasci fuori Telecom? Starace dice che la porta è sempre «aperta» per Telecom, che lo «è sempre stata» e che sarebbe fantastico se ci fosse anche Telecom». Dice anche che «non ha senso parlare di competizione tra due reti», visto che sono autostrade della rete diverse, se non altro per velocità. Porte aperte, poi, anche a operatori come Acea, che «volessero entrare nella partita», visto che Enel non può fare l’operazione da sola a Roma, città non di suo presidio.
4) E il partner finanziario? Ci sarà anche Cdp? «Le manifestazioni di interesse sul tavolo sono molte», ha risposto Starace, «La selezione per uno o due partner sarà fatta dopo l’estate».
Fin qui la banda larga nelle zone profittevoli del Paese. Per le aree a fallimento di mercato, scenderanno in campo invece i 3,5 miliardi già resi disponibili dal governo. Le prime gare per posare la banda ultralarga nelle aree cosiddette C e D partiranno il 29 aprile, giorno in cui l'Italia festeggia i 30 anni dell'arrivo di Internet. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero