E' stimato in oltre 4 miliardi il crac del Gruppo Marenco, facente capo a Marco Marenco, patron dei cappelli a marchio Borsalino, cifra a cui si aggiungono condotte...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono queste le evidenze economiche delle indagini condotte dalle Procure di Torino e Asti sul fallimento del gruppo, che vede indagate 51 persone e coinvolte almeno 12 società del gruppo attive nell'import-export di gas naturale e nella produzione di energia elettrica.
Le indagini però hanno fatto venir fuori intricati rapporti fra almeno 190 società, in Italia e all'estero, collegate da complesse catene partecipative e coperte da società offshore, situate in paradisi fiscali, cui confluiva il denaro sottratto.
I reati ipotizzati per gli indagati sono di natura tributaria (dichiarazione fiscale infedele, omesso versamento d'imposta, mancato pagamento accise), ma anche truffa aggravata, appropriazione indebita, false comunicazioni sociali e, nei casi peggiori, bancarotta fraudolenta aggravata. Fra gli indagati anche alcuni pubblici ufficiali accusati di favoreggiamento.
Nel corso dell'inchiesta, sono stati anche sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore complessivo pari a 107 milioni di euro.
Anche in colonnello della guardia di finanza compare fra i 51 indagati nell'inchiesta sul crac Marenco. Si tratta di Luigi Antonio Cappelli, per il quale la procura di Asti ipotizza il favoreggiamento personale. Il nome dell'ufficiale compare un filone che ha portato a un avviso di chiusura indagine nei confronti di 26 persone.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero